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The Dead Don’t Die – I morti non muoiono

Gli amanti vampiri sopravvivono, ma i morti non muoiono: gli zombie di Jim Jarmusch.

L’asse terrestre si è spostato e le conseguenze sono apocalittiche. A Centerville (a very nice place) i morti risorgono, escono dalla terra e vagano in cerca di cibo. Tre poliziotti, con i volti di Bill Murray, Adam Driver e Chloë Sevigny, cercano di fermare l’invasione degli undead. In Solo gli amanti sopravvivono (2013) i due vampiri protagonisti parlavano di “zombie”. Si riferivano, con malcelato disgusto, agli esseri umani, creature inferiori, anestetizzate e rimbambite dalla vita contemporanea. Jim Jarmusch recupera la sua stessa intuizione: dai non-morti di serie A a quelli di serie B (o meglio, Z…). Lo suggeriscono anche i significativi titoli e mentre i vampiri sopravvivono, ascendono a una condizione superiore, i morti non muoiono in un patetico e tragicomico eterno ritorno.

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Reiterazione di gesti, parole, situazioni. Non solo perché gli zombie ripetono i futili tarli che li ossessionavano in vita (innescando la comicità con cadaveri macilenti che esclamano wi-fi o Chardonnay); il meccanismo funziona anche nella struttura della narrazione in cui momenti simili o identici si replicano, si moltiplicano in un cortocircuito. I poliziotti compiono le stesse azioni e dicono le stesse frasi e la canzone di Sturgill Simpson che dà il titolo al film viene continuamente mandata in radio. Un ripetersi in loop che genera ironia, l’approccio forse più indicato per uno zombie movie oggi, quando cinema e televisione ci hanno abituati a innumerevoli orde di morti viventi. Ma sotto lo strato da commedia, Jarmush non rinuncia a lanciare una critica. Si rifà in parte alla metafora creata da Romero, aggiornandola. Aggiunge un aspetto fondamentale e decisamente attuale, il discorso ecologista, incarnato dal personaggio di Tom Waits che abita nei boschi perché desidera vivere con saggezza. A lui viene affidata un’articolata chiosa conclusiva che rovina la svolta bizzarra del finale, un commento didascalico troppo vicino allo “spiegone”.

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Momenti azzeccati e qualche caduta di tono per The Dead Don’t Die, che in quanto a cast compone una squadra fortissima: gli spaesati poliziotti Driver, Murray e Sevigny, una spettrale Tilda Swinton, un Iggy Pop versione zombie, fino alla teen star Selena Gomez. Un ricco panorama di volti noti dentro un film che, meno elegante di Solo gli amanti sopravvivono, ricerca uno stile più pop, divertente e grottesco.

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