Li chiamano film da Sundance o genere Mumblecore e sono entrambe definizioni (una forse più vicina al cliché) che servono a chiarire subito di che tipologia di film si sta parlando. Weekend è un film indipendente inglese, girato in tre settimane con pochi mezzi, pochi soldi e pochi attori e che restituisce allo spettatore lo stesso valore del cinema mainstream. È l'opera seconda di Andrew Haigh, uscito in poche sale e ampiamente diffuso nei siti di streaming, ed è immediatamente precedente a 45 Anni, film per cui Charlotte Rampling è stata candidata all'Oscar 2016 come Miglior attrice protagonista.
Weekend ripercorre due giorni nella vita di Russell e Glen, due ragazzi gay che si incontrano in un locale e che avranno modo di conoscersi a fondo fino a sfiorare quella patina d'incertezza e aspettative di cui è fatto il sentimento amoroso. È un film libero e si vede: i dialoghi sono onesti e realistici, i tempi di narrazione, le lunghe sequenze e i movimenti di camera permettono allo spettatore di immedesimarsi nell'atmosfera e nelle tensioni emotive tra i due protagonisti. Complici proprio quella mancanza di sovrastrutture tipiche del film hollywoodiano che trascina la catarsi dello spettatore con facili e comprovati stratagemmi lirici che hanno poco a che fare con la vita di tutti i giorni.
Il film ha tutte le caratteristiche di una love story etero, senza escludere alcuna sequenza di nudo o di rapporto sessuale quasi esplicito. Lo fa con una punta d'imbarazzo ed educazione ma con la coscienza di andare nella direzione giusta. Ed è un punto importante che viene affrontato anche nei dialoghi: «nel cinema la gente è abituata a vedere nudi e sesso tra etero, carneficine, massacri e olocausti, ma appena vede due gay che si baciano ecco che compare l'imbarazzo». Pressapoco così.
Andrew Haigh va dritto per la sua strada e fa bene. Weekend è un film diretto e sincero e per quanto sia stato distribuito in maniera indipendente, l'Italia rimaneva l'unico paese nel quale ancora mancava l’occasione di poterlo vedere. È un’occasione ritrovata questa, con la particolarità di poter ammirare al cinema due pellicole dello stesso regista, ormai non più esordiente, nello stesso identico periodo stagionale.