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Boy Erased

Un memoir su identità, fede e famiglia

Il film racconta storia vera di Garrard Conley che, dopo aver fatto coming out con i genitori, viene costretto a una terapia di conversione dall’omosessualità nel gruppo di recupero Love in Action. Sceneggiato e diretto da Joel Edgerton (alla sua seconda regia dopo Regali da uno sconosciutoThe Gift del 2015), Boy Erased vede protagonista – nei panni di Garrard Conley – il giovane Lucas Hedges (già a fianco di Julia Roberts in Ben is back e candidato all’Oscar per Manchester by the Sea), con lui nel cast Nicole Kidman, Russell Crowe, Troye Sivan e Xavier Dolan.

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Quello della riconversione, della “guarigione” dall’omosessualità, è un tema che al cinema ha di recente trovato un terreno abbastanza fertile. Save me, del 2007, è un film di Robert Cary, con Chad Allen (La signora del West), del 2015 è I Am Michael, di Justin Kelly (King Cobra), con James Franco e Zachary Quinto, film che racconta la storia di Michael Glatze, attivista LGBT+ che ha rinnegato la propria omosessualità diventando un pastore cristiano anti-omosessuali. Distribuito lo scorso inverno dopo aver trionfato al Sundance film festivalLa Diseducazione di Cameron Post è invece un coming of age tratto dal romanzo di Emily M. Danforth (uscito in Italia con Rizzoli) e vede protagonista Chloë Grace Moretz (Suspiria, Sils Maria, Carrie) nei panni di Cameron Post, adolescente alla scoperta della propria sessualità e spedita in un centro di conversione. Il libro della Danforth prende ispirazione dalla vicenda di Zach Stark, un teenager americano mandato dai genitori in un campo di rieducazione di estremisti cattolici dopo il proprio coming out. Sulla vicenda esiste anche un documentario del 2012 (This Is What Love In Action Looks Like) che fa luce sui meccanismi e sulle metodologie dell’associazione Love In Action, lo stesso gruppo di recupero in cui è stato l’autore di Boy Erased. La terapia di conversione può assumere molte forme diverse. È praticata in molti paesi -anche in Italia (virale il video con il discorso di un ragazzino siciliano: «Io ieri mattina pregai contro lo spirito l’omosessualità e dissi ‘io domani ti svergognerò pubblicamente’») – e ne esistono forme diverse: alcune hanno un’impronta religiosa, altre laica, alcune utilizzano la psicoterapia. L’unica costante è che la terapia di conversione è incredibilmente dolorosa e dannosa, più di una persona non ce l’ha fatta ad affrontare questo “percorso” di invalidazione e negazione dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, preferendo ammazzarsi. «Fake it till you make it», questo il consiglio per sopravvivere che viene dato a Jared, il protagonista del film, da uno dei suoi compagni di sventura (interpretato da Troye Sivan), capitato come lui in terapia per guarire dalla propria omosessualità.

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La madre di Jared, Nancy, interpretata da Nicole Kidman, ha un ruolo chiave in Boy Erased. Come moglie di un pastore della chiesa Battista e madre amorevole, Nancy si trova a dover capire cosa sia giusto per suo figlio. Nancy inizialmente permette ad altri di decidere cosa fare di Jared, restando silenziosamente a guardare. Quando si trova faccia a faccia con il dolore di Jared capisce che per lei è arrivato il momento di fare una scelta. Nicole Kidman dà vita a una madre che riesce a far emergere da una gabbia di fragilità e agonia una nuova forza e una profonda dignità, è lei che, per proteggere il proprio figlio, è pronta a combattere contro un mondo di bigotteria in cui si era sempre cullata. «Shame on you! Shame on me too!», urla al direttore della comunità (interpretato dallo stesso Garrard Conley) in una delle scene più riuscite del film. «I genitori, spesso, non sanno che cosa siano questi centri – spiega Garrard Conley in una lunga intervista a Esquire (https://www.esquire.com/it/cultura/libri/a26548085/boy-erased-garrard-conley-intervista/) – Mia madre e mio padre hanno saputo della loro esistenza quando un prete ha suggerito di provare a risolvere il mio “problema” con la conversion therapy. […] Molte famiglie di credenti e conservatori non avevano idea che tra le “terapie” ci fosse fingere di celebrare un funerale a un compagno omosessuale, perché sarebbe stato meglio morire di AIDS che provare amore verso un partner dello stesso sesso, e questo è solo un piccolo esempio. Se dobbiamo condannare qualcuno, quel qualcuno sono le congregazioni religiose e le chiese che pubblicizzano i centri e la loro idea malata di fede».

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Joel Edgerton dirige il film in maniera sobria e asciutta, creando un’opera che fa quasi da contraltare a Cameron Post, laddove il film di Desiree Akhavan racconta una storia dal taglio young adult, con lo stile narrativo di un coming of age – rendendo il dramma un’avventura di amicizia e solidarietà – Boy Erased dà vita uno spaccato livido e scuro cha va a indagare quanto possano essere tossici i rapporti familiari, e quanto lavoro possa servire per riuscire a sanificarli: «Quattordici anni non hanno cancellato del tutto il dolore ne il trauma – spiega Conley –  ma mi hanno permesso di prendere da essi una discreta distanza. Mio padre non è più il cattivo e io non sono più la vittima. […] Mia madre non è più semplicemente la moglie di un predicatore intrappolata tra due estremi impossibili». Menzione d’onore alla colonna sonora composta da Danny Bensi & Saunder Jurriaans (The Gift, Ozark, Enemy, Martha Marcy May Marlene), tra i brani che la compongono spicca Revelation, la stupenda ballata che apre il film (e torna più volte come commento in diverse altre scene), un brano nato dalla collaborazione tra Jónsi dei Sigur Rós e Troye Sivan, che dopo aver ottenuto una parte nel film e aver letto la sceneggiatura ha insistito per poter collaborare alla soundtrack.

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