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Outlaw King – Il re fuorilegge

Su Netflix arriva Outlaw King – il re fuorilegge, film storico con un respiro epico troppo corto

La Storia del Regno Unito ha sempre regalato molti soggetti al cinema e in un momento in cui i film (e le serie TV) in costume affollano i piccoli e grandi schermi si fa strada anche Outlaw King – Il re fuorilegge di David Mackenzie, regista di Hell or High Water (2016), che racconta la lotta per l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra. Il film è ambientato nella Scozia medievale e sembra partire – quasi venticinque anni dopo – laddove si era interrotto Braveheart di Mel Gibson. William Wallace è stato catturato, torturato e ucciso crudelmente e Robert Bruce (Chris Pine) decide di opporsi al re di Inghilterra Edoardo I. Dopo essersi fatto proclamare re di Scozia, Robert guida un valoroso esercito in una rivolta contro gli inglesi per sottrarre al loro dominio la propria terra.

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Outlaw King è stato presentato al Toronto International Film Festival e ora trova posto (in una versione accorciata) nel vasto catalogo Netflix. Forse non proprio il posto migliore, a voler vedere, perché il film di Mackenzie avrebbe bisogno di uno schermo più ampio per dare respiro ai maestosi paesaggi e alle scene di battaglia che alla fine risultano gli elementi migliori di un prodotto con una personalità non troppo forte. Il film di Mackenzie, infatti, arriva dopo non solo il già citato Braveheart ma soprattutto dopo l’ondata fantasty-epica della saga Il signore degli anelli e Il trono di spade, due serie che hanno rivoluzionato e modificato l’immaginario visivo del genere.

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Tolti i vari elementi magico-fantastici, la trilogia di Peter Jackson e la fortunata serie HBO potrebbero rientrare nella categoria film in costume e chiunque metta in scena una storia di ambientazione medievale non può ignorare il forte impatto dei due prodotti. In particolare il film di Mackenzie riecheggia ampiamente Il trono di spade: viene ricostruito un momento storico con l’aggiunta di battaglie dove esplode una certa violenza, intrighi e alleanze fra i personaggi, storie d’amore e di rivalità. Ma se uno degli ingredienti per il successo de Il trono di spade è l’aver saputo dare vita a un microcosmo di figure fortemente caratterizzate e sempre in bilico fra bene e male, in Outlaw King i personaggi seguono un canovaccio troppo classico per cui gli scozzesi sono i buoni e gli inglesi i cattivi. Tra i protagonisti, poi, rimane impressa solo l’interpretazione di Florence Pugh nei panni della moglie di Robert, attrice che si era fatta notare in Lady Macbeth (2016). Chris Pine invece esegue il compito in modo corretto, ma senza infondere personalità al suo re fuorilegge.

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Outlaw King resta un film visivamente curato ma che risente eccessivamente dell’immaginario fantasy contemporaneo, una storia vera con un respiro epico mozzato, che procede a singhiozzi tra momenti di melodramma e scontri all’ultimo sangue in mezzo ai territori selvaggi della Scozia.

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