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Il Cinema Ritrovato

Il paradiso dei cinefili, e non solo ...

Sfogliando le prime pagine del catalogo della trentaduesima edizione del Cinema Ritrovato si scopre che quest’anno la direzione del festival è affidata a quattro persone: il solito Gianluca Farinelli, Mariann Lewinsky; Cecilia Cenciarelli e Ehsan Khoshbakht. Alla domanda Why Four? Farinelli risponde: “… abbiamo immaginato una formula fuori moda e figlia della storia del nostro festival. Il presente è dominato dall’ossessione dell’Io, dell’esperienza unica e irripetibile. Il Cinema Ritrovato lavora sui tempi lunghi, sulla profondità, si realizza grazie alla condivisione della conoscenza. […] Il cinématographe batte il Kinetoscopio, perché offre la possibilità di vivere – insieme – la bellezza di un’arte nuova”.

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E la visione dei film in Piazza Maggiore non fa che confermare la bellezza della visione collettiva e dà una volta di più ragione ai Lumière. Ma il Cinema Ritrovato non è solo lo schermo più grande d’Europa in Piazza, si compone di circa 500 film distribuiti nelle sale del centro, di Lezioni di cinema, presentazioni di libri e incontri con illustri personalità che gravitano intorno a questo mondo. Un festival creato da cinefili dedicato ai cinefili che è finalmente riuscito ad avere per ospite il cinefilo per eccellenza, Martin Scorsese, fondatore di The Film Foundation, sostenitrice del Cinema Ritrovato. Il cineasta americano ha presentato il restauro di Enamorada, film messicano del 1946 di Emilio Fernandez ed ha incontrato il pubblico del CR nel pomeriggio al Teatro Comunale assieme a Matteo Garrone, Valeria Golino, Alice Rohrwacher e Jonas Carpignano rispondendo alle loro domande, riflettendo sull’importanza della conservazione del cinema del passato e sulla propria carriera.

Oltre a Scorsese altri importanti ospiti come Anna Karina, Marina Vlady, Giuseppe Tornatore, Mario Martone, Walter Salles, Patricia Birch, coreografa di Grease, film di chiusura di questa edizione. Come tutti gli anni il programma è ricchissimo e consente di soddisfare tutti i palati cinefili, andando a far rivivere sul grande schermo capolavori conosciuti, spesso proiettati in pellicola, ma anche film poco visti e/o provenienti dal cosidetto Terzo Cinema. Senza dimenticare il cinema di 100 anni fa (1918) e Cinema anno 3 (1898) e la sezione dedicata al cinema italiano, quest’anno raddoppiata tra un Mastroianni Ritrovato (1954-1974) e la riscoperta dei film di un grande regista come Luciano Emmer. Un festival retrospettivo che solamente nella sezione Documenti e Documentari presenta lavori inediti e contemporanei, pur sempre legati al cinema e alla sua storia.

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Ogni singolo momento di questo festival ha avuto la sua grande importanza: i nuovi restauri del Progetto Keaton, The Scarecrow, The Frozen North, Go West e The Navigator; I grandi capolavori rivisti in Technicolor, come Il Padrino, Un tranquillo week end di paura, Incontriamoci a St. Louis o Getaway!; così anche i film dell’età d’oro del cinema sonoro sovietico, la rinascita del cinema cinese, le riscoperte della Fox Film Corporation, i film di John Stahl, il cinema di Marcello Pagliero, Ella Bergman e Cécile Decugis e per finire il Cinema Ritrovato Kids&Young, spazio dedicato ai più giovani spettatori.

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In mezzo a tutta questa ricchezza e con la consapevolezza di essersi persi qualcosa vale la pena sottolineare la bellezza di tre momenti cinefili di questi giorni. La visione in Technicolor 35 mm di Cabaret di Bob Fosse del 1972 che con i suoi otto Oscar è il film si è aggiudicato più statuette senza vincere quella di miglior film, che andò a Il Padrino. Una grandissima Liza Minnelli protagonista di un musical disilluso ambientato nella Germania di Weimar che tiene sullo sfondo l’avvento del nazionalsocialismo, “il sogno è sfumato, la (supposta) realtà preme alle porte”. (La Polla).

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Altro Technicolor 35 mm è Leo the Last (1970) di John Boorman, film dimenticato con un Marcello Mastroianni protagonista che interpreta Leone, ultimo esponente di una dinastia deposta ed esule in Inghilterra. La sua sfarzosa villa è in un quartiere popolato da persone di colore e proletari che egli osserva dalla sua finestra con un cannocchiale richiamando il voyeurismo di La fnestra sul cortile (1954) , ma distanziandosene tematicamente. Un importante film del 1970 che rispecchia il momento storico e sferra una dura critica alla società dipingendo i vari attori sociali in maniera grottesca e stereotipata.

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Per finire, di grande importanza è stata la sezione Cinemalibero, che guarda ai continenti latinoamericano e africano. Su tutti Prisioneros de la tierra, un film argentino del 1939 di Mario Soffici che denuncia per la prima volta le precarie condizioni dei mensù, braccianti nelle piantagioni di mate, Pixote, la legge del più debole (1981) del brasiliano Hector Babenco, parabola  sulle condizioni di vita dei giovani nei riformatori e della durezza della vita alla quale sono costretti e infine La hora de los hornosNeocolonialismo y violencia (1968), un racconto senza fronzoli né pietà sul neocolonialismo che distrugge subdolamente interi popoli, che si insinua all’interno della società non più come lo straniero riconoscibile, ma impara la lingua e la cultura e si confonde tra la gente che vuole sottomettere.

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Questa è solo la prima parte Le altre due parti sono Acto para la liberación ‒ a sua volta suddiviso in due grandi sezioni Crónica del peronismo (1945-1955) e Crónica de la resistencia (1955-1966) ‒ e infine Violencia y liberación. Il film è stato girato clandestinamente tra il 1966 e il 1968, periodo nel quale l’Argentina era sotto la dittatura di Juan Carlos Onganía, ed è dedicato alla memoria di Ernesto Guevara. Presentato alla nel giugno del 1968, in occasione della quarta edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro dove vinse il gran premio della giuria e il premio FIPRESCI, seguirono molte visioni in Europa, il film venne apprezzato molto poiché rispecchiava fortemente le lotte, i cambiamenti e le rivolte che caratterizzarono il periodo. In Argentina invece fu vietato fino al 1973 quando Peròn aveva già assunto la presidenza e ne fu mostrata solo la prima parte, mentre per la visione dei 3 film bisognerà aspettare il 1998.

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