Maestro del surrealismo, Lech Majewski dirige un pastiche confuso e solo a sprazzi interessante, privo anche della carica perturbante a cui il regista ci ha abituato.
Oltre a raccontare l'apprendimento di un nuovo modo di percepire e comunicare da parte del protagonista, il film, attraverso un magistrale lavoro di sound design, offre allo spettatore la possibilità di percepire la vera e propria soggettiva acustica di un ipoudente.
Herzog rivolge ancora il suo sguardo verso l’alto affrontando un affascinante viaggio nei luoghi del pianeta segnati dall’impatto con masse rocciose provenienti dallo spazio.
L'ultimo tassello del percorso artistico di Malick ritrova la linearità narrativa, un discorso che si fa più strutturato mantenendo le costanti del suo pensiero, una tensione dialettica tra Terra e cielo, immanente e trascendente, orizzontalità e verticalità, luce buio.