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Wolfwalkers

Una favola fantasy che riscopre le leggende e i miti del ricchissimo folklore celtico

Irlanda, 1650. Gli abitanti del villaggio di Kilkenny, sotto il comando inglese del dispotico Lord Protector, stanno tentando di sottrarre spazi alla foresta circostante per ottenere terreni da destinare all’agricoltura. Il cacciatore Bill Goodfellow insieme a sua figlia Robyn vive a Kilkenny, dopo essere stato richiamato da Lord Protector dall’Inghilterra per aiutare i coloni a sgominare la foresta dal branco di lupi che la abita, e che la difende da qualsiasi tentativo di occupazione. Nella foresta un incontro segnerà profondamente la vita della piccola Robyn e di suo padre.

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Senza poter beneficiare di un’uscita in sala, dove il suo splendore visivo sarebbe stato adeguatamente valorizzato, l’atteso lungometraggio di animazione Wolfwalkers, terza regia per Tomm Moore, segna una ulteriore e importante evoluzione all’interno delle tematiche, dello stile e del taglio visivo già espresso nei due primi lungometraggi da lui diretti. Fin dall’esordio con il magnifico (e per ora ineguagliato) The secret of Kells (2009), lo stile bidimensionale, elegante e dinamico delle animazioni di Moore ha conquistato gli spettatori di tutto il mondo con la sua ricchezza figurativa. Una conferma arriva dall’impressionante, per qualità ed originalità, impatto visivo di Wolfwalkers, che in ogni sequenza riesce a sorprendere con interessanti soluzioni stilistiche, senza mai sacrificare l’attenzione al dettaglio e alla caratterizzazione dei personaggi.

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Come nel precedente La canzone del mare (2014), in questa favola fantasy ai bambini è affidato il compito di riconnettere il mondo degli adulti con un patrimonio perduto di saperi antichi. Ed è proprio il ritorno a questa forma di sapienza arcaica a rendere possibili due decisive operazioni di riappropriazione interiore: quella della memoria dei propri cari, in una forma di elaborazione del lutto che rende più sopportabile il peso della perdita fisica, e quella della natura, luogo in cui ogni mito ha la sua casa, spesso minacciata nel suo fragile ecosistema. Seguendo una traiettoria di grande coerenza, l’animazione di Moore e della sua grande bottega di collaboratori consolida così il suo profilo di “Studio Ghibli” Irlandese, uno spazio dove la creatività del disegno animato riscopre le leggende e i miti del ricchissimo folklore celtico. Prodotto da Cartoon Saloon (studio di animazione con sede proprio a Kilkenny) “Wolfwalkers” brilla come uno dei regali più preziosi in una stagione cinematografica buia come quella che stiamo attraversando.

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