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Occhio alla TV a Sanremo per Paper Street

Martedi 12 Febbario 2013, 1° Puntata:

“Sarà il Festival del cambiamento”, commentava così il neo Direttore di RaiUno Leone per la 63esima edizione del Festival di San Remo durante la conferenza stampa di presentazione.
Cosi è stato? In un certo senso sì. Abbandonati i soliti sfarzi e le attese per gli strascichi di conduttrici e vallette, la kermesse sanremese 2013 si è concentrata su altri aspetti ben più rilevanti.

Quest’ennesima edizione si è aperta con il conduttore Fazio che illuminato da un cono di luce acceso dalla sapiente regia di Duccio Forzano, annuncia – quasi come voler subito far capire chi davvero conta in questo Festival – Luciana Littizzetto.

Luciana arriva al teatro Ariston scortata da una carrozza di fiabesca memoria, ed entra senza fronzoli e liturgia, lanciando frecciatine al geriatrico pubblico del Festival presente in sala, tra Monte Paschi di Siena, avvisi di garanzia e Imu da restituire.
La serata è dinamica ma fortemente scritta dagli autori di Fazio. Il copione è fedelmente rispettato anche se potrebbe non sembrare.
Si apre il sipario con il patriottico e risorgimentale inno del Nabucco, “Va Pensiero”, passando per Crozza e poi l’Armata Rossa Sovietica schierata dietro a Cutugno per cantare “l’Italiano”.
La serata si chiude alle ore 00.33 circa, con Lucianina senza scarpe che saluta.

La polemica della serata, forse attesa ma del tutto inaspettata per il protagonista, arriva quando il camaleontico Crozza approda sul palco a colpi di: “Ma che figata ragazzi” personificando il Cavaliere che distribuisce banconote dal batterista dell’orchestra alla platea e cita persino il Direttore Generale della Rai Gubitosi.
Da subito partono fischi, insulti, quasi a voler bloccare il comico, che palesemente turbato non sa se continuare.
Posso testimoniare di persona che l’aria in sala era tesissima, tra sicurezza Rai che non sapeva se intervenire o meno, pubblico subdolamente d’accordo e, per fortuna poi, una serie di applausi spontanei per spronare il comico genovese a continuare.
Fondamentale l’intervento di Fazio per placare gli animi in sala, e far continuare a Crozza la sua irresistibile ma palesemente compromessa performance di imitazioni e satira.

Privo di retorica e carico di significato il momento della dichiarazione o meglio del grido silenzioso di Federico e Stefano, la coppia gay, che tramite una serie di cartelli chiedono alla politica italiana ciò che sta accadendo in quasi tutte le democrazie europee, ovvero il riconoscimento di un diritto che fa di un paese come l’Italia una civiltà moderna degna di questo nome.

Le canzoni in gara? Piccolo dettaglio. Dunque, dai rumors sanremesi, Chiara, Mengoni e Gualazzi favoriti; la critica e non solo pare aver apprezzato particolarmente Daniele Silvestri e la sua “ A Bocca Chiusa”.
Molta attesa per l’esibizione e il look di Elio e dei Modà prevista per questa sera.
Da poco annunciato l’annullamento della presenza dei Ricchi e Poveri in programma per questa sera a causa della morte del figlio di Franco (il baffo dei Ricchi e Poveri).

Un Sanremo che, com’è evidente, quest’anno si inserisce in un tessuto sociale difficile, complicato e per certi versi insofferente a tutto ciò che può apparire superfluo, frivolo, e costoso.
Nonostante ciò gli italiani, che sono rimasti incollati davanti allo schermo durante il Festival, erano circa 13 milioni nella serata di ieri.
Sufficienti per decretare ancora una volta l’importanza di un evento che tra provincialismi, polemiche fittizie, scarsa attenzione al pentagramma musicale, si conferma un colonna tra gli avvenimenti nazional-popolari di questo paese.
Appuntamento a domani per commentare la seconda puntata del Festival.


Grazie


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