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Madre! – Darren Aronofsky

Dopo aver fatto parlare di sé (nel bene o nel male) a Venezia 74, Madre!, l’ultimo controverso e provocatorio film di Darren Aronofsky, approda dal Lido nelle sale italiane.

Madre! si svolge interamente in una grande casa di campagna, isolata dal resto del mondo, quasi un luogo metafisico che fluttua nello spazio e nel tempo. All’interno di questa casa, vive una coppia (in)felice: uno scrittore in crisi (Javier Bardem) e la sua giovane moglie (Jennifer Lawrence). La loro precaria armonia viene sconvolta dall’arrivo di due estranei (Ed Harris e Michelle Pfeiffer), i quali invadono l’intimità della coppia. La presenza di questi due disturbatori è solo l’inizio di un viaggio infernale dentro un delirio allegorico che confonde e spiazza.

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La prima parte della storia è senza dubbio interessante: c’è una certa curiosità verso i personaggi e gli eventi e c’è la giusta tensione; ci sono dettagli macabri e inquietanti (come la ferita della casa) e un’atmosfera surreale. Inoltre, si ha la chiara percezione che l’apparente tranquillità stia per esplodere, cosa che in effetti accade nella seconda parte. Ma l’esplosione non è contenuta, si propaga confusamente in ogni direzione, soprattutto verso metafore bibliche, e Madre! crea disorientamento nello spettatore che è sempre in bilico sul filo della sospensione della credibilità, aspettandosi da un momento all’altro la caduta verso la più totale incredulità.

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Nel film di Aronofsky, volutamente provocatorio e intellettualista, ci sono vari piani di lettura. Quello più evidente è il rapporto simbiotico fra la casa e la protagonista, allegoria della Madre Terra che dona se stessa e subisce una violenta invasione da parte della razza umana; così la Madre è la casa, è la Terra, il teatro in cui si svolge l’intera parabola dell’umanità. Il protagonista maschile, invece, è una sorta di Creatore, uno scrittore-demiurgo narcisista, figura vampiresca che vive grazie alla sua creazione e si nutre di essa e del suo amore.

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E poi i simbolismi legati al cristianesimo si sprecano: i personaggi interpretati da Ed Harris e Michelle Pfeiffer rimandano ad Adamo ed Eva, così come i loro figli a Caino e Abele. Gli uomini invadono la casa-terra, vengono cacciati per poi tornare e distruggere tutto quello che toccano. Vittima e carnefice dell’apocalisse è proprio la Madre, violata e maltrattata. Impossibile, quindi, parlare di Madre! senza fare un discorso allegorico e simbolico.

Visivamente potente, il nuovo film di Aronofsky si muove attraverso atmosfere claustrofobiche ed eccessive metafore metafisico-religiose. Ci sono molte idee interessanti e suggestive, ma ce ne sono troppe. Il difetto più grande di Madre! è proprio l’incertezza del regista sulla direzione da prendere, un’indecisione che, alla fine, genera nello spettatore confusione e disorientamento.

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