Nella prima mezz’ora de Le regole del caos, seconda opera da regista di Alan Rickman dopo L'ospite d'inverno, tutto sembra essere scritto. Sabine De Barra (Kate Winslet) giardiniera fantasiosa che vive nella campagna francese tra fiori e lanterne viene convocata alla corte di Luigi XIV (lo stesso Rickman), personaggio per una volta non costruito con parrucche e capricci. Lì avviene l'incontro con André Le Notre (Matthias Schoenaerts, il protagonista di Un sapore di ruggine e ossa), puntiglioso architetto del paesaggio al quale il re ha affidato la progettazione del parco di Versailles. Lei estrosa, pronta a trasgredire i canoni, lui uomo deciso e rigoroso. Dopo la diffidenza iniziale è chiaro che scatta l’attrazione e madame De Barra viene assunta.
Le regole del caos è quindi la storia di due presunte diversità che, nonostante le dinamiche appaiano un po’ affrettate, si studiano e si avvicinano, ma ad un certo punto diventa anche qualcos'altro. Se la relazione sentimentale tra i due risulta povera di sfumature e profondità, più interessanti sono le trame di palazzo, realtà sospesa e intrisa di complotti e rapporti di convenienza.
Purtroppo però c'è un’altra questione che indebolisce il film scritto da Alison Deegan, Jeremy Brock e dallo stesso Rickman: perché la Francia? Perché non lavorare ad una storia sulla nobiltà e sul paesaggio dalle tinte britanniche? L'intera pellicola è stata girata in lingua inglese nei palazzi e nei giardini tutelati dalla National Trust, tutto finisce per apparire francesizzato e un po' forzato.
La regia si sofferma sui dettagli, a tratti si intraprendono dei sentieri narrativi non ben definiti e il ritmo si fa poco incalzante per quella che verso la fine diventa una vera e propria commedia romantica. Due scene, però, sono raffinate e contengono dialoghi ben costruiti: quella in cui Sabine scova il re in un momento di solitudine e lo confonde per un giardiniere, e la seconda che mostra le donne di corte, finalmente sole, in una stanza privata, uno dei rari momenti in cui si liberano delle maschere e parlano delle loro fragilità più umane.