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Guano Apes @ Magazzini Generali (MI)

Il ritorno ufficiale dei Guano Apes sulla scena musicale, a quasi sette anni dallo scioglimento del gruppo, è stato un po' una sorpresa. Sembrava non ci fosse alcuna possibilità di ripresa, eppure eccoli pubblicare, lo scorso aprile, Bel Air, ultimo disco della band tedesca capitanata da Sandra Nasic. Un disco molto diverso dai precedenti, definito da alcuni più maturo, da altri più commerciale, ma ad essere onesti un lavoro tutto sommato buono, a cui è ovviamente seguito un tour europeo. O meglio, metà tour europeo: le restanti date sono state improvvisamente cancellate o posticipate a causa di problemi di salute della cantante.

È quanto successo, tra le altre, per la data di Milano, inizialmente prevista per lo scorso 24 ottobre ed invece rimandata al 25 gennaio, con tanto di cambio di location: dall'Alcatraz ai Magazzini Generali. Un concerto atteso per molti motivi, insomma, eppure, nonostante le indubbie capacità dei membri della band, che ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

In primis, per il discutibile orario: lo spettacolo è iniziato prestissimo, alle 20.30 circa, quando al massimo di solito suona il gruppo di supporto, in questo caso assente. Non c'è dunque da stupirsi che il locale abbia preso a riempirsi solo a concerto inoltrato: generalmente si tratta di show che non cominciano prima delle 21.00, 21.30, come del resto era indicato sul biglietto.

C'è da dire che la differenza si è sentita veramente poco, a livello di entusiasmo dalla folla: il pubblico è stato per tutto il tempo la nota più dolente della serata. Poco movimento, limitato pressoché esclusivamente alle primissime file, un'ostinata immobilità resistente persino agli svariati tentativi di coinvolgimento provenienti dal palco. Persino pezzi storici come Open Your Eyes non sono riusciti a scatenare gli spettatori, che hanno dato cenni di vita esclusivamente sugli ultimi due pezzi in scaletta: Big in Japan e Lords of the Boards.

Ecco, parliamo della scaletta: diciassette brani, più della metà provenienti dall'ultimo disco. Niente da dire, anzi: pezzi come Fanman, She’s a killer e soprattutto All I Wanna Do dal vivo si sono rivelati incredibili. Ma il fatto che dei precedenti dischi siano stati eseguiti solo i principali singoli ha avuto il suo peso: è andata bene con You Can't Stop Me, Pretty in Scarlet o Quietly, ma la mancanza di Break the Line, No Speech o Living in A Lie si è decisamente fatta sentire.

Infine, un unico rimprovero da muovere alla band, rivolto alla frontgirl: la voce di Sandra è infatti celebre per il suo perfetto connubio tra melodicità e grinta sfociante nel growl; tuttavia l'impressione che si ha sentendola dal vivo è che tenda ad evitare quanto più possibile qualsiasi tipo di urlo o di tonalità superiore ad un certo limite. Le si deve riconoscere comunque una gran voce, ma purtroppo non al livello delle aspettative. Per il resto, niente di cui lamentarsi: sul palco si è potuta notare moltissima tecnica ed entusiasmo, coronati dalla perfetta alchimia tra i diversi membri del gruppo, che ha di certo giovato allo spettacolo.

Insomma: un concerto tutto sommato molto buono di una band che merita senza dubbio la propria fama, ma purtroppo non abbastanza buono da farti uscire dal locale strappandoti uno ‘wow’.

 

25 gennaio 2012

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