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Viva il latino: storie e bellezza di una lingua inutile – Nicola Gardini

Non è un classico greco o latino guardato con occhi diversi, ma un saggio che riflette sui classici latini, la novità editoriale della Garzanti scritta da Nicola Gardini, docente di Letteratura italiana e comparata presso l’Università di Oxford.

Proprio quando si assiste da diverso tempo a una radicale marginalizzazione degli studi classici, occorre mettere in moto un processo di riappropriazione della civiltà che ha gettato le basi dell’Europa.

Il saggio Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile è interessantissimo e utile, pertanto, sia per chi vuole accostarsi per la prima volta a una lingua che solo i meno lungimiranti è più pessimisti definiscono morta e inutile, sia per chi desidera approfondire ricordi scolastici, sia per gli specialisti che si aprono a nuovi stimoli e interrogano continuamente il passato.

Porsi in un confronto dialettico con il passato significa innanzitutto interpretarlo, rispettando la sua dimensione storica, poi comprendere i falsi bisogni dell’uomo, creati da logiche consumistiche che nulla hanno a che vedere con l’essenza umana.

L’autore avverte l’esigenza di recuperare lo studio della lingua e della letteratura latina per percepire come identitaria la civiltà europea; è l’idioma della civiltà che ha realizzato l’Europa: nel latino sono scritti i segreti della nostra più profonda identità.

Gardini ripercorre le tappe fondamentali del suo avvicinamento al latino letterario, che lo ha formato come uomo e come scrittore; i ricordi scolastici si mescolano all’analisi storica e linguistica dei vocaboli significativi della civiltà romana e degli autori più rappresentativi della letteratura.
La storia affettiva privata dello studioso crea pathos nello stesso energico modo in cui l’immersione rigorosa nella lingua latina provoca altre domande e sollecitazioni.

Inesauribile la curiosità, motore della conoscenza, illimitata la libertà che è vera conseguenza del sapere, che, come enuncia Aristotele, non si fa mai servo, anzi promuove un processo arioso di affrancamento da vincoli bassi e meschini.

Una lettura che apre orizzonti inusuali, riferimenti molteplici ad altre letterature, come quella inglese, di cui Gardini è fine cultore, oltre a quella italiana di tutte le epoche. Il saggio è vibrante, un’appassionante apologia del latino.

Un libro che illumina sulla nostra provenienza per aiutarci a impossessarci di quella humanitas che è preziosa eredità della latinità.

Grazie


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