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The Search – Michel Hazanavicius

Siamo nel 1999, in Cecenia, al culmine delle violenze legate al conflitto della seconda guerra civile, all’inasprirsi dello scontro coincide con la nomina a Primo Ministro in Russia di Vladimir Putin e al suo durissimo approccio al conflitto. The Search racconta questo periodo della guerra attraverso due punti di vista: quello dei civili, nella figura di un ragazzino orfano di nome Hadji, che vaga alla ricerca disperata di una speranza; quello dei soldati russi, in cui il giovane Kolja è costretto ad arruolarsi nell'esercito.

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Michel Hazanavicius, regista francese premio Oscar per l'acclamatissimo The Artist, cambia completamente registro rispetto al precedente film e realizza un'opera senz'anima, prevedibile e che si pone, in un oceano di noia, a metà tra il kolossal bellico rivolto alle masse e il film d'autore. Presentato all'ultimo Festival di Cannes, The Search trae dichiaratamente ispirazione dall'omonimo film di Fred Zinnemann del 1948, sostituendone l’ambientazione nei campi di concentramento nazisti propria dell’originale. Il regista decide di realizzare questo film per mostrare la disumanità e la mostruosità della guerra, ma lo fa in maniera elementare e superficiale, non sorretto da una sceneggiatura adatta e forzando sull'eccessivo sentimentalismo. Ci viene palesata una realtà di povertà, di distruzione e di violenza assolutamente priva di originalità, che non offre occasioni per riflettere e che trasforma ben presto l’intera opera in un mero esercizio di stile, gratuito e fine a se stesso. In questa realtà così descritta si muovono personaggi totalmente privi di spessore, ridotti quasi a macchiette. L’unico motivo di interesse, appena accennato, è il ruolo della comunità internazionale all'interno dei conflitti e l'ambiguità delle organizzazioni umanitarie, che spesso fanno parte di istituzioni che decretano le stesse guerre, che poi giudicano, o semplicemente ignorano, senza conoscere a fondo i fatti.

Allora perché girare un film del genere? L'unica interpretazione plausibile che si potrebbe dare è quella di contestualizzare e analizzare l’opera, attualizzandola, confrontandola alla questione odierna della guerra in Ucraina. Tema che presenta diverse analogie con la storia raccontata in The Search e in particolare quella dell’ingombrante presenza della figura di Vladimir Putin. Questa potrebbe essere la sola chiave di lettura di un film altrimenti archiviabile. Menzione speciale per il giovanissimo protagonista Abdul Khalim Mamutsiev che, con la sola forza delle sue espressioni, regge da solo l’intero lunghissimo film.

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