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Steve Hackett Live @ Teatro Della Luna, Milano – 23/04/13

Steve Hackett arriva in Italia con ‘Genesis Revisited II’ e l’impatto è straordinario: il Teatro della Luna accoglie l’ex chitarrista dei Genesis (1970-77) con grande calore, come spesso accade in Italia, dove i fans genesisiani si mostrano sempre fedeli ed eccitati.
Whatcher Of The Skies: che lo spettacolo abbia inizio, Nad Sylvan (cantante dei Karmakanic) con un piccolo binocolo scruta la folla che li sosterrà per tutto il concerto.
The Chamber Of 32 Doors riempie con il soave inizio, poi l’input “Can you tell me where my country lies?” infiamma i fans, Dancing With The Moonlit Knight non delude.

Fly On A Windshield, a cui viene attaccata Broadway Melody Of 1974 continua a mettere in mostra le straordinarie doti dei musicisti, prima dell’arrivo di una special guest che canterà The Carpet Crawlers: Ray Wilson, ultimo cantante ufficiale dei Genesis nel non fortunato tour di ‘Calling All Stations’, accompagna Steve con semplicità e naturalezza, per poi lasciare la scena in Firth Of Fifth, epico brano dove s’inserisce uno degli assoli più famosi ed acclamati di Hackett.
Il tempo di un applauso e si è di nuovo immersi nel repertorio d’oro: Blood On The Rooftops, così splendida che si perdona al batterista un lapsus nel finale del primo ritornello. Unquiet Slumbers For The Sleepers è l’inizio astratto e misterioso che esplode energicamente in In That Quiet Heart, mentre Afterglow, dallo stesso stupendo album (‘Wind & Wuthering’), si configura come un vero e proprio attimo poetico.

Ritorna Ray Wilson per duettare in I Kknow What I Like (In Your Wardrobe), poi Dance On A Volcano regala un momento prog di alta qualità che si quieta nel dolce avvio di Entagled, The Musical Box è un delirio di bravura. Inizio lento e sentito, crescendo che culmina nell’assolo d’alto livello dove Steve esibisce un tapping che ricorda l’avanguardia da lui sostenuta nel ’71, quando Van Halen era solo un ragazzino. Al convinto “Why don’t you touch me, touch me, touch me, now!” l’entusiasmo del pubblico è alle stelle.

Supper’s Ready, 24 minuti indimenticabili (che nessun membro eseguiva più live dagli anni ’70) si materializzano davanti agli occhi degli appassionati. Chapeau.
Il bis con Eleventh Earl Of Mars e Los Endos chiude una serata d’alta scuola.

Steve Hackett, 63enne pieno di vita, realizza uno show indimenticabile per i presenti, ricordando al mondo come in tutti questi anni, in cui ha sperimentato ed elaborato lavori di altissima qualità, egli non abbia lasciato da parte la porzione più importante della sua carriera, che continua a portare dentro e rielaborare per farci vivere attimi unici, anche a 40 anni di distanza.

Photography ©Andrea Vitali all rights reserved

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