Samuel Fuller
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Un film è come un campo di battaglia. C’è l’amore, l’odio, l’azione, la violenza, la morte. In una sola parola: emozione. La più suggestiva dichiarazione poetica di Samuel Fuller, e una di quelle che in assoluto avrebbero segnato di più la storia del cinema, è condensata in un celebre cameo dello stesso Fuller in Pierrot le Fou di Jean-Luc Godard.
Elevato al culto cinefilo da registi come Wenders, Jarmusch e Kaurismaki, Fuller è stato uno dei più geniali cineasti del cinema di tutti i tempi, capace di cavalcare brillantemente i generi e le atmosfere di mezzo secolo di storia americana. Fiero custode di una libertà espressiva difesa con le unghie e con i denti, Fuller con i suoi film fiammeggianti e ribelli, marchiati a fuoco da uno sferzante taglio visivo, ha raccontato i conflitti profondi dell’America uscita con i nervi a pezzi dall’orrore dei conflitti bellici. La guerra è lo scenario di molti dei suoi capolavori: Corea in fiamme, L’urlo della battaglia e Il Grande Uno Rosso su tutti. La guerra è sullo sfondo del suo film forse più rappresentativo, l’agghiacciante Corridoio della paura, apologo sulle laceranti contraddizioni culturali e razziali nascoste sotto il tappeto dell’ipocrisia dal perbenismo della società americana. Tanti, troppi i suoi film ancora irreperibili in Italia: per citarne soltanto due, gli splendidi Casa di Bambù e Cane Bianco.