Manchester-by-the-Sea

Manchester by the Sea – Kenneth Lonergan

Dopo la morte del fratello maggiore Joe, Lee Chandler (Casey Affleck) rimane scioccato alla notizia di essere stato nominato dal fratello defunto unico tutore di suo nipote Patrick. Dopo aver preso un permesso dal lavoro, Lee si reca a Manchester per prendersi cura di Patrick, un estroverso ragazzo di 15 anni, e per affrontare la sua ex moglie Randi (Michelle Williams) e la comunità dove è nato e cresciuto, costretto così ad affrontare un passato tragico che lo separava da tutto quel mondo.

Siamo di fronte a un film sul dramma familiare, in cui il regista e sceneggiatore Kenneth Lonergan si dimostra di straordinario talento; i temi trattati sono senza tempo: il rimorso, il recupero, la redenzione e il senso di colpa, quest’ultimo già precedentemente esplorato nel suo precedente Margaret (2011). Tutte emozioni e sensazioni comunque mai invadenti ed invece fin troppo reali, aiutate in ciò da fantastiche prestazioni di tutto il cast. Si potrebbe parlare di un “Casey Affleck show” dall’inizio alla fine, irradia questa aura di sottile magnetismo brillantemente e senza sforzo, in Uno straordinario vortice di amore, rabbia, tenerezza, umorismo e fragilità. È il classico caso in cui nei lungometraggi si vuole rappresentare bene l’assunto per cui “ciò che non è detto dice davvero tanto”

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Per quanto il film parli di Lee e del suo viaggio interiore, si tratta anche di suo nipote, interpretato da Lucas Hedges, che avrà un futuro molto brillante, e della sua lotta personale per far fronte alla morte del padre. Manchester by the Sea non ha paura di testare la pazienza dello spettatore con i suoi costanti, e senza preavviso, rimandi tra passato e presente, così come il suo continuo sapersi districare tra risate e lacrime, anche contemporaneamente. Quasi tutto è girato da lontano, volutamente senza primi piani, soprattutto su Lee, di cui solo più tardi si scopre il perché si sia staccato dal resto del mondo. Poi, da quel momento in poi, il film è nella sua testa e si svolge da un punto di vista quasi del tutto estraneo a quanto visto fino a quel momento.

Il rapporto che si crea tra zio e nipote adolescente vive di situazioni, per certi versi davvero esilaranti e per altri commoventi. La provincia americana fa tutto il resto, in una pellicola che probabilmente a qualcuno farà storcere il naso, definendola come un classico “polpettone” americano, ma se i ‘polpettoni’ fossero tutti fatti così bene, con tutti questi ingredienti miscelati ad arte, allora la cucina americana sarebbe più considerata nel mondo intero.

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