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Les Rois du Monde – Laurent Laffargue

A Casteljaloux, un piccolo villaggio della Garonne, nella calma serena di un piccolo villaggio del sud-ovest, dove non c’è niente altro da fare, per ammazzare il tempo, che bere pastis e ascoltare del rock un po’ sporco, gli uomini sono i re del mondo. Amicizia, violenza , ubriachezza e il piacere della chiacchiera la fanno da padrone; il destino di Roman , 17 anni, aspirante attore, si incrocia con quello di un amico di sua madre, Jeannot (Sergi Lopez), 47 anni, che lascia il carcere con una cosa in mente: recuperare Chantal, sua ex, una parigina sistematasi con il macellaio del villaggio, Jacky (Eric Cantona).

Al suo primo lungometraggio, Laurent Laffargue ha costruito un mix tra tragedia greca e western, coraggioso e ambizioso, tra paesaggi polverosi, passioni estreme e personaggi in conflitto per la fame di possesso; ma il risultato è deludente perché il tutto, ahimè, si perde ben presto, dando vita ad un piatto e poco scorrevole andazzo, verso uno scontato finale. Tanti, troppi temi che alla fine tolgono al film ogni freschezza: si arriva alla conclusione con un senso di fatica, e con la percezione che personaggi potenzialmente vitali e interessanti siano stati soffocati da una scrittura troppo concentrata su se stessa.

Il regista batte come tanti altri prima di lui su una trasposizione laboriosa della scena sullo schermo, in questo forse ‘penalizzato’ dalla sua provenienza dal teatro, ostacolato poi dalla radicalità dei suoi due ‘galli da combattimento’, incollati alle loro convinzioni. Sergi Lopez regge bene la scena, oscillando tra amore, morte, vendetta e follia, con l’alcol (pastis) che lo aiuta a diluire tutte le sofferenze. Il film è sì denso, si lotta per sfuggire al confinamento di un piccolo villaggio di provincia, dove alcuni rimarranno sempre nella sofferenza e nella follia, altri troveranno la scappatoia grazie al proprio talento, ma in genere non convince per i motivi su esposti. Strano poi vedere un Eric Cantona così tenero, memori dei suoi burrascosi estri, tra campi di calcio e serate poco tranquille. Piccole note positive, comunque, si possono registrare dall’aria che si respira, del paesaggio del sud-ovest della campagna francese, e da alcune note di colonna sonora, rock duro, che fa piacere ascoltare.

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