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In anteprima su Violetta, la nuova miniserie di Magnolia

Si sono concluse sabato le riprese di “Violetta”, la miniserie televisiva prodotta da Magnolia fiction per Raiuno. Noi di Paperstreet abbiamo intervistato Vincenzo Bonzano, Paolo Cambise e Giancarlo Guasco, tre ragazzi che facevano parte del gruppo di settanta comparse scelte dalla produzione in seguito ai casting avvenuti a Torino e ad Alessandria.

D: Che effetto vi ha fatto recitare nella Cittadella di Alessandria?

V: L’effetto è stato indubbiamente suggestivo: è stato spontaneo immedesimarsi nei reali protagonisti di questa storia, nelle persone che sono state incarcerate in quelle celle e mi sono sentito incredibilmente fortunato a vivere ai giorni nostri. Personalmente conoscevo solo l’esterno della Cittadella ma devo dire che dopo averne osservato anche gli interni concordo con chi l’ha proposto e riproposto come set cinematografico.

P: Sembrerà strano ma non avevo mai visto la Cittadella, nonostante sia passato parecchie volte da quelle parti, e scoprirla è stata un’esperienza emozionante. In un luogo così suggestivo sarebbe perfetto realizzare feste medievali, come accade in luoghi come Asti o Canelli, rievocazioni storiche, eventi per promuovere i prodotti tipici della zona, anche se devo ammettere che l’idea che alcuni giornali hanno lanciato, quella di farne una piccola Cinecittà, sarebbe davvero stupenda.

G: Sicuramente mi sento fortunato, nessuno ha mai avuto la possibilità di visitarla in questo modo, scendendo nelle prigioni o in tutti quei locali di solito chiusi alle visite. Abbiamo scoperto un luogo affascinante ma da recuperare al più presto prima che la natura lo divori. Sicuramente è una location perfetta per il set di un film, ma dovrebbe essere recuperata e sfruttata vista anche l’ampiezza degli edifici, soprattutto per farla conoscere il più possibile. Credo che numerosi alessandrini non immaginino neppure quale vita si conducesse all’interno della Cittadella: stando tra quelle mura queste storie non possono non ritornare in mente.

D: Come è stata la vostra esperienza lavorativa con una grossa casa di produzione come la Magnolia?

V: Questa è stata in assoluto la mia prima esperienza e, fino a quando non andrà in onda, rimarrà la curiosità dell’effettiva “visibilità”. La Magnolia è molto organizzata, sia per i contatti che per la parte relativa ai costumi e al trucco, traspare subito che si tratta di una casa di produzione molto importante.

P: Ho saputo delle selezioni tramite amici e tramite la scuola di recitazione di Alessandria “I Nuovi Pochi”, che ho frequentato qualche anno fa. Già da tempo seguo seminari e corsi di recitazione in Alessandria e provincia perché, dopo aver scoperto questo mondo, si è rivelato impossibile lasciarlo e rinunciare alle forti emozioni che regala.

G:Avevo già fatto diversi provini per trasmissioni o fiction, perché l’ambiente cinematografico mi ha sempre affascinato, probabilmente anche per una predisposizione naturale. L’esperienza con la Magnolia è stata stupefacente, sia nella preparazione e nella cura dei dettagli che nei confronti di noi figuranti, che siamo stati trattati da veri attori, al pari dei protagonisti.

D: Dietro le quinte: cosa si vede sul set che non si percepisce da casa?

V: La cosa che più mi ha colpito e che, quando si vedono le immagini in televisione, sembra che il set sia interamente occupato dagli attori, con le telecamere a margine. In realtà queste, in genere, occupano uno spazio molto più ampio e il set vero e proprio è ridotto a quasi un angolino.

P: Per capire, respirare, assaporare il dietro le quinte è indispensabile viverlo, dal trucco, ai costumi, alla troupe, alla stampa, all’agitazione fino alle amicizie che si creano sul set.

G: Colpisce il fatto che spesso servono molte ore di preparativi per girare una sola scena di pochi minuti: vengono fatte molte riprese, si cambiano inquadrature, luci, tempi e gesti. Un altro dettaglio che si nota è la quantità di gente che lavora per poter realizzare la fiction, come i costumisti, gli scenografi, gli addetti luci, i cameraman.

D: Cosa vi ha lasciato questa esperienza?

V: Mi ha lasciato la possibilità di vivere un’avventura da poter raccontare agli amici e l’impegno di guardare una fiction che non avrei mai visto, se non avessi partecipato alle riprese.

P: Come ho detto alla mia insegnante di recitazione, quando sono uscito dal set mi sentivo come un bimbo, pieno di gioia! E anche poter vedere il mio nome tra i partecipanti, scritto sul giornale, è stato emozionante.

G: La cosa più bella che ho notato è l’amicizia che è subito nata tra tanti ragazzi che arrivano da varie città piemontesi e che si sono trovati ad affrontare questa nuova esperienza. Anche trovarsi a contatto con i protagonisti, con professionisti del trucco e con gli “addetti ai lavori” è un’avventura che non capita tutti i giorni e mi sento molto fortunato per essere stato scelto.


Grazie


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