guardiani della galassia vol 2

Guardiani della Galassia Vol. 2

La retta via per il miglior blockbuster hollywodiano possibile

Ormai è innegabile che il mercato americano dei blockbuster sia monopolizzato da franchise ampiamente consolidati (ad esempio Fast and Furious, Transformers, Mission Impossible) illustri ritorni (Star Wars, Jurassic Park) e soprattutto cinecomic. I due media franchise DC Extended Universe (DCEU) e Marvel Cinematic Universe (MCU) composti da una serie di film di supereroi basati sui personaggi dei fumetti DC Comics e Marvel Comics hanno dato vita ad uno dei più importanti universi multimediali, estendendo negli ultimi anni il raggio di azione anche ad altri media, con la creazione e sviluppo di serie televisive, cortometraggi, videogiochi e altri fumetti.

I film dedicati ai supereroi continueranno ad avere in futuro un ruolo sempre più predominante e centrale all’interno del panorama del cinema mainstream americano, nonostante siano stati riscontrati risultati comunque altalenanti, tanto che qualcuno, visto il lieve calo di incassi, ha già cominciato a parlare di lenta discesa. L’Universo cinematografico Marvel, comunque in fervente e inarrestabile espansione, ha avviato quella che è stata definita Fase 3 con dieci cinecomic in uscita dal 2015 al 2019 (il primo film è stato Captain America: Civil War e l’ultimo sarà il terzo capitolo degli Avengers, diviso in due parti Avengers: Infinity War – Part IPart II). Tuttavia, uno dei titoli centrali di questa fase, così come di quella precedente, è sicuramente Guardiani della Galassia, nonostante la trama e i personaggi, ispirati alla serie di fumetti Guardians of the Galaxy del 2008, fossero quasi totalmente sconosciuti al grande pubblico prima dell’uscita dell’adattamento cinematografico.

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Il primo capitolo Guardiani della Galassia (2014) era stato infatti uno dei più grandi azzardi e rischi nell’Universo multimediale Marvel, perché non aveva la fandom base su cui potevano contare altre serie di fumetti sicuramente più note. Tuttavia il film di James Gunn, forse proprio perché non doveva preoccuparsi in primis del giudizio di un’orda di fan che si sarebbero inferociti nel casso fosse stato “tradito” lo spirito originario a cui erano legati, ha portato una ventata di freschezza, novità, follia e divertimento che ha rinvigorito tutto il genere dei cinecomic, facendo breccia nel cuore di milioni di spettatori, e anche di parecchi critici, raggiungendo l’incasso di 774 milioni di dollari al box office a fronte di un budget di produzione di 170 milioni.

Guardiani della Galassia Vol. 2, sempre diretto da James Gunn, a cui verrà affidato anche il terzo capitolo, riparte sostanzialmente da dove si era concluso l’episodio precedente, dal leader Peter Quill / Star-Lord (Chris Pratt), metà umano e metà alieno, e la sua banda, composta sempre da Gamora (Zoe Saldana), orfana allevata da Thanos per diventare un’assassina, Drax (Dave Bautista), grosso e rozzo guerriero in cerca di vendetta dopo aver perso la famiglia, Rocket, un procione geneticamente modificato, e Baby Groot, più piccolo e indisciplinato,  (le cui voci originali sono rispettivamente di Bradley Cooper e Vin Diesel). Questo secondo capitolo della saga esplora i legami affettivi e familiari dei personaggi, il rapporto tra Gamora e la sorella Nebula (Karen Gillan), tra Peter e il suo padre adottivo Yondu (Michael Rooker), e il suo padre “biologico” Ego (Kurt Russell).

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Con il solito spirito farsesco, ironico e irriverente il gruppo di space-cowboys dovrà fare i conti con il proprio passato, le proprie origini, sulle note della playlist di Peter “Awesome Mix” Vol.2 (che raccoglie le canzoni preferite di sua madre), da George Harrison a Cat Stevens. Un’operazione nostalgia che immerge lo spettatore nelle atmosfera anni ’70-’80 non solo attraverso la compilation, le cui canzoni hanno una funzione cardine nelle dinamiche narrative e nello svolgersi dell’azione (ad esempio il combattimento iniziale a ritmo di “Mr Blue Sky di Electric Light Orchestra) ma anche attraverso le continue citazioni e omaggi più o meno nascosti, da Pac Man a Guerre Stellari, da Skeletor a Howard il Papero, coinvolgendo anche alcune icone di quel periodo tra cui Kurt Russell, Sylvester Stallone e David Hasselhoff.

Un film che si concentra su un aspetto già ampiamente esplorato nell’Universo dei cinecomic, contrapposizione tra la famiglia biologica e la famiglia elettiva, riuscendo a rievocare lo spirito del fumetto originale, mischiando azione e avventura con una (mal)sana dose di follia, irriverenza e incoscienza, tracciando la strada di quella che sembrerebbe essere la retta via per il miglior blockbuster hollywodiano possibile.

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