Michael Fassbender as Frank

Frank -Lenny Abrahamson

Jon è un impiegato che aspira a diventare musicista, ma che fa fatica a sfondare e a trovare una sua cifra stilistica. Le cose cambiano quando si unisce ai Soronprfbs, una band d’avanguardia dal nome impronunciabile, dalla musica alquanto indipendente e con modi inusuali. Il leader del gruppo, il misterioso Frank, è un artista di grande talento, un vero genio della musica, con una particolarità: indossa costantemente una gigantesca maschera di cartapesta. Il gruppo si riunisce in una casa sperduta nelle campagne irlandesi e dovrà star lì fino all’avvenuta incisione del nuovo album. Jon dovrà fare i conti con la violenta ostilità di Clara e l’antipatia del membro francese della band, Baraque, confortato solo da Don e da Frank, che lo prendono entrambi in simpatia.

Presentato in anteprima lo scorso gennaio al Sundance Film Festival, Frank, è una bizzarra commedia-biopic musicale diretta dall’irlandese Lenny Abrahamson. È uno di quei film di cui ti innamori subito, al primo sguardo, ancor di più se sai che il personaggio protagonista è ispirato a tre diversi musicisti/performer: Daniel Johnston e Captain Beefheart, americani, ma soprattutto Chris Sievey, inglese, che dal 1980 in poi si esibì sotto il capoccione di “Frank Sidebottom” come musicista e cabarettista, morto nel 2010. Quella di Fassbender (Frank) è una performance vocale e fisica straordinaria: anche se vediamo soltanto una maschera dipinta, siamo attratti da Frank e dai suoi modi di vedere la musica, dai suoi movimenti, dal suo carisma.

Frank affronta varie tematiche, ma prima di tutto il confine, sempre più labile, tra pazzia e genio, anche in musica, nell’ascesa e caduta di una band musicale. Inoltre, fa sempre piacere constatare che esiste un cinema originale e fuori dagli schemi, a prescindere dalle etichette. Un film sul rock, indipendente e non, ma anche sui social network e sulla loro capacità di attecchire rapidamente e superficialmente, illudendo(si) di poter realmente condizionare la realtà. Un film anche sul successo, nelle sue mille forme.

Come la musica dei Soronprfbs, composta da rumori e suoni naturali e fatta con strumenti improvvisati, anche l’andamento del film oscilla tra il sorriso, il surreale e il dramma. Dopo una prima parte spumeggiante e divertente, il film scorre poi liscio e coinvolge, grazie anche ad un’inconsueta e al solito perfetta Maggie Gyllenhaal nel ruolo di Clara e alla performance di Fassbender. Ne viene fuori una commedia fuori di testa con momenti irresistibili mescolati a malinconia, il tutto accompagnato dai paesaggi di una campagna irlandese al limite della poesia e da una musica che ti prende l’anima, fino ad un epilogo che colpisce a fondo per la sua sincerità e per la sua dolcezza infinita.

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