House of Cards

Dal libro alla serie tv: il passo è breve

Daniel Pennac, nel suo famoso libro del 1992, Come un romanzo – edito da Feltrinelli, da me (nota dal colore vintage) comprato nelle vecchie famose lire, elenca i dieci diritti imprescrittibili del lettore.
Il papà di Malussènne autorizzava noi lettori a non leggere, leggere ad alta voce, saltare le pagine, leggere ovunque e qualsiasi cosa (tranquilli, siete perdonati anche se nella vostra biblioteca c’è Cinquanta sfumature di grigio); ma non contemplava il diritto di guardare una serie televisiva tratta da un libro.
Sarà forse perché, venticinque anni fa, il fenomeno delle serie tv tratte dai libri non era ancora esploso in tutto il suo splendore o disastro; sarà che molti dei libri che oggi vediamo a puntate, non erano stati ancora scritti; sarà… ma tra i diritti elencati da Pennac, il nostro contemporaneo undicesimo comandamento è totalmente ignorato.

Oggi, a lume di abat-jour, spesso ci ritroviamo a non reggere in mano un libro ma, lo schermo retroilluminato di un tablet, che ci racconta una storia che avremmo potuto leggere: ci basta sintonizzarci su un canale televisivo o fare un abbonamento ad un canale streaming, per avere un’ampia offerta di libri che, furono carta e adesso sono puntate e stagioni.

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Se amiamo le serie cult del passato, possiamo scegliere la datata Sex&The City; serie trasmessa dalla HBO, che per anni ha raccontato la vita, il sesso e l’amicizia di un gruppo di amiche super fashion (beate loro) nella New York della fine degli anni ’90 e inizi 2000, tra feste glamour, scarpe meravigliose e disastri sentimentali.
I tre libri scritti da Candace Bushnell, editi per la prima volta in Italia nel 2001 dall’Arnaldo Mondadori Editore, nascono nel 1997, prendendo il titolo da una rubrica che l’autrice teneva settimanalmente sul New York Observer. Se pensate che il telefilm sia la fedele trasposizione delle pagine scritte dalla Bushnell, potreste rimanere delusi. I libri infatti, sono molto diversi rispetto al telefilm tanto che, la nostra Carrie non è la protagonista e…udite udite, la candida Charlotte nel libro è in realtà una ninfomane inglese.

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Se volete lanciarvi nella lettura di un classico del piccolo schermo (tablet compresi), non potete ignorare House of Cards, scritto da Michael Dobbs, pubblicato per la prima volta nel 1989, come trilogia: House of Cards; Scacco al re; House of Cards: Atto finale.
La trasposizione in puntate è arrivata nel 1990, sulla BBC, con una miniserie; ma nel 2013, Netflix, il canale che tutto può in materia di serie tv, decide di prendere i tre libri, shakerarli tra di loro, adattare tutto alla politica statunitense e farne una vera e propria serie televisiva.
Intuizione geniale, visti i risultati in termini di spettatori.
I libri, parola di lettori, risultano essere molto diversi dalla trasposizione tv e – situazione che non capita di rado – molto più avvincenti e accattivanti.

Montalbano

L’Italia paese di “santi, navigatori e poeti”, poteva essere da meno?
Le italiche produzioni televisive, hanno scomodato grandi scrittori come Andrea Camilleri, Maurizio De Giovanni, Giancarlo De Cataldo e…(rullo di tamburi) Elena Ferrante.
Se siamo abituati all’ormai conosciutissimo Commissario Salvo Montalbano e alle sue inchieste nella calda e suggestiva Sicilia (Sellerio Editore – Andrea Camilleri); se solo qualche mese fa, su Rai 1 abbiamo seguito le vicende del commissariato di Polizia Pizzofalcone (Einaudi Editore – Maurizio De Giovanni); se dal 2008 al 2010 abbiamo guardato le storie di cinque personaggi ispirati alla Banda della Magliana (Einaudi Editore – Giancarlo De Cataldo); l’ingresso nell’Olimpo delle serie tv dei libri scritti dalla misteriosa e tanto dibattuta Elena Ferrante, è un’assoluta novità.
Il prossimo anno, i libri scritti dalla Ferrante ( Edizioni e/o) , diventeranno serie tv, già programmata in 4 stagioni di 8 puntate, con una produzione internazionale, ma girata tutta in Italia e in italiano, diretta da Saverio Costanzo che curerà anche la sceneggiatura.
Se è facile prevedere il giro degli schermi di tutto il mondo, meno semplice è capire se anche l’imprevedibile Elena Ferrante avrà un ruolo nella stesura della sceneggiatura.
Ai posteri (spettatori e lettori) l’ardua sentenza.

Grazie


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