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Il tempo di Blanca – Marcela Serrano

“Caterina, la vita lo sai, non è facile per nessuno, quando vuoi vivere fino in fondo tutto il suo profumo. Devi rischiare la notte, il vino e la malinconia…” canta F. De Gregori.

Ecco chi sono le donne di Marcela Serrano: donne che, per contingenza o per vocazione, sono alla continua ricerca dell’essenza della propria vita, quella che si trova negli anfratti, ma che non può che essere d’aiuto per giungere ad una piena consapevolezza delle proprie necessità e dei propri desideri. La nota dominante nell’essenza di queste donne è data dalla loro urgenza di cogliere la sofferenza altrui e sentirsene responsabili.

La protagonista de Il tempo di Blanca è una quarantenne che conduce un’esistenza pienamente rientrante nei canoni dell’alta borghesia della Santiago del Cile appena uscita dalla morsa della dittatura.

Una donna considerata da tutte le persone a lei vicine talmente ingenua da far sì che questa caratteristica sia al tempo stesso valore e condanna.

È proprio intorno ai quarant’anni che la protagonista riscopre quelle venature indocili del suo animo alle quali non era riuscita a dare spazio in età giovanile, soffocata dalle aspettative che la famiglia d’origine ed il marito hanno sempre avuto nei suoi confronti.

L’immagine che la stessa Blanca ha di sé si colora di tinte forti dopo l’incontro con un ex perseguitato politico, il Gringo. Grazie a quest’uomo si rende conto di quanto la sua vita, fatta di un continuo adattarsi a ciò che la società chiede ad una donna, ad una madre, ad una moglie, sia stata priva di un profumo tutto suo.

Proprio nel momento in cui decide di diventare l’eroina di se stessa, intraprendendo la via delle emozioni più rischiose per abbandonare quelle confezionate dal mercato del “ciò che è bene” e “ciò che conviene”, Blanca viene colpita da una malattia che le impedisce di parlare, imponendole di comunicare tutto il suo mondo interiore con gli occhi.

Notevole la capacità della Serrano di non cadere nel cliché della signora di mezz’età che incontra l’uomo in grado di rievocare i suoi sogni di poesia e passione. La donna di cui la Serrano delinea il profilo è incastrata negli schemi di una società governata dall’incomunicabilità con l’altro sesso, società nella quale le esponenti del “gentil sesso” hanno ben poco modo d’esprimersi e, quando lo fanno, sono perlopiù messe a bada da padri, fratelli, mariti, con una carezza ed un sorriso, come delle bambine incoscienti.

Solitamente si chiude un libro della Serrano con una buona dose d’incoraggiamento e calore (sebbene talvolta sottesi da una vena di malinconia). Stavolta no, le sensazioni predominanti sono di rabbia e incompiutezza.

Blanca non ha avuto la sua rivincita. Blanca è muta e lontana dall’uomo per cui ha messo in gioco tutto ciò che aveva. Sarà forse un messaggio, cara Marcela? Come dire: rispondete con coraggio all’istinto che vi dice di fare quel gran bel salto nell’ignoto, prima che sia troppo tardi per far sentire la vostra vera voce.

Grazie


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