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Utopia

Se l’esplosione della serialità televisiva come matrice di nuovi modelli narrativi, capace di catturare un pubblico sempre più smaliziato ed attento alle nuove tendenze, è da datare all’inizio del nuovo millennio, non è da sottovalutare come le gerarchie stiano venendo riscritte in questo secondo decennio degli anni 2000.

Mentre gli Stati Uniti hanno guidato il rinascimento seriale con titoli ormai capisaldi del settore come Lost e Dr.House, è interessante rilevare come l’innovazione e la sperimentazione più vera si siano spostate negli ultimi tempi verso l’Europa, in quel territorio dell’immaginario che comprende in particolare Scandinavia, Francia e Regno Unito.

Proprio in terra d’Albione possiamo constatare come modelli produttivi più snelli permettano di lavorare in più direzioni, proponendo opere seriali spesso controcorrente che sanno intercettare i gusti di uno spettatore sempre alla ricerca di narrazioni affascinanti e perturbanti: una di queste è Utopia.

utopia

Creato da Dennis Kelly, alla sua prima opera per la Tv, lo show racchiude in sé molti degli elementi dei serial di maggior successo, riuscendo al contempo a ottenere un prodotto fresco ed avvincente.

Utopia coniuga il fascino per la cospirazione governativa, uno degli elementi base del buzz Internettiano, alla cultura nerd addicted, mai di moda come di questi tempi, filtrando il tutto attraverso una messa in scena di altissimo livello, dove la grande cura nelle ambientazioni e nella fotografia non è solo esercizio di stile ma parte integrante della narrazione, tanto quanto lo straordinario e straniante score di Cristobal Tapia de Veer.

The Utopia Experiments è il nome della graphic novel al centro delle vicende: nel riferirsi ad un media fortemente visivo come quello del fumetto, Kelly dona al look generale della serie un aspetto caratterizzato da inquadrature taglienti e nette, come se fossero delle splash page giustapposte una dopo l’altra. Questa graphic novel viene presentata come un’opera di culto che pare aver previsto molti dei disastri avvenuti nella realtà: un gruppo di lettori del fumetto vengono così contattati online da un misterioso personaggio che rivela di possedere il numero mai pubblicato della serie, venendo però ucciso da due agenti di un’organizzazione definita il “Network” prima dell’incontro.

Da queste premesse si dipana una storia che tiene incollati allo schermo e che, lungo i suoi 6 episodi, non manca di sconvolgere lo spettatore con sequenze inquietanti e spesso protagoniste di esplosioni di violenza che hanno anche portato ad alcune polemiche durante la sua messa in onda in Inghilterra. La violenza di Utopia è anch’essa fumettistica, legata al contesto e alle dinamiche fra i personaggi, non risultando gratuita ma necessaria per le tematiche affrontate nella serie.

Mentre si apprende di un futuro remake USA, il cui pilota sarà diretto da David Fincher per HBO, consigliamo di prendere visione della sua versione originale, uno di quei prodotti che, anche senza il clamore dei prodotti più costosi e di richiamo, saprà di certo essere di influenza sulle future direzioni del settore.

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