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Paper Street intervista Vikowski

Tra gli artisti più interessanti di questa edizione del Pending Lips Festival c'è senza ombra di dubbio Vikowski. Cantante e musicista poliedrico, Vikowski ha colpito per il suo stile e l'approccio anticonvenzionale, a metà strada tra testi profondi e carichi di significati e atmosfere elettroniche e digitali di grande coinvolgimento. In una domenica uggiosa di fine giugno lo raggiungiamo a Milano per capire meglio “quanto sia difficile mettere dentro tutti i sentimenti provati in un giorno particolare in una singola canzone”.

In un momento storico in cui tutti siamo costantemente connessi, pare quasi che tu ti voglia se non nascondere, quanto meno proteggere da questo incessante flusso di informazioni: è per questo che tu centellini la tua presenza in rete, sia come video che come contenuti?

In realtà non è una cosa voluta, non programmata. Diciamo che il progetto Vikowski è nato circa un anno fa ed è stato fin da subito improntato e virato molto alla sperimentazione. Perciò i brani che ho caricato su Soundcloud vanno in questo direzione e non sono stati pensati per una diretta/immediata pubblicazione ufficiale. Mi sono quindi soprattutto concentrato sul suonare in giro cosa che, debbo ammettere, mi è riuscita bene in quanto ho suonato parecchio. Poi aggiungici che, anche come persona, non sono uno che posta qualsiasi cosa sui social o che, per un live ad esempio, pubblica centomila foto. Io di solito ne posto una che, a mio giudizio, possa incarnare bene il mood della serata.

La carica sentimentale, in chiave non sdolcinata ma etimologica (ovvero “che ha a che fare con i sentimenti”) è molto forte nelle tue canzoni. Ma quali sono i sentimenti che più ami trasportare in musica?

Ti confermo che è proprio così ed è un processo compositivo molto naturale: scrivo quando mi viene, quando sento che è necessario. Questo processo deriva dal condividere ed esporre in modo più o meno diretto i sentimenti che si sono molto spesso provati sulla propria stessa pelle. Così è venuto fuori che, ma me ne sono accorto solo in un secondo tempo, le mie canzoni sono quasi tutte legate al sentimento della tristezza: insomma, almeno per il momento, non mi sono ancora trovato a cantare un qualcosa di spensierato ed allegro. Pongo molta attenzione alla parola, alla cura dei testi che scrivo e nei quali descrivo determinate situazioni che ho vissuto ed altre situazioni più generali. Sia nel fatto personale/particolare sia nel concetto più totalizzante, cerco di far sì che l'ascoltatore si immedesimi in quello che scrivo e che dica: “«Hey, è successo anche me»” oppure «“Già, l'ho provato anche io!»”.

Di te, da un punto di vista musicale, si fa fatica a rintracciare/fermare la natura: in un'esibizione suoni acustico e quasi cantautoriale, subito dopo in un altro show sei invece circondato da un set più elettronico. La tua vera natura dove sta?

Beh credo che sia dovuto al grado di sperimentazione, molto alto, che sottende Vikowski. Le canzoni nascono in modo, diciamo così, cantautorale dato che per me il processo di songwriting è fondamentale. Quindi non è qualcosa di direttamente legato alla musica elettronica. Ecco perché riesco anche a fare live in dimensione più acustica, perché vado alla ricerca del gusto/senso primigenio delle mie canzoni. Poi, sopra questo scheletro, posso giostrare i miei arrangiamenti, spingendo sull'elettronica ed ecco che saltano fuori i set maggiormente digitali. Mixare le due cose credo che sia la mia vera natura.

In Nostalgia ambienti il tuo video in Russia: come mai questa decisione?

È ambientato a San Pietroburgo e la motivazione è abbastanza contingente. La persona che ha diretto, realizzato e seguito la produzione è la mia cara amica Katia, di origine russa. Si dà il caso che, la scorsa estate, assieme al suo ragazzo sia partita in vacanza proprio in Russia e ha deciso, grazie ad una sua geniale intuizione, di filmare il tutto. Diciamo che la canzone parla della nostalgia che prende uno dei componenti di una coppia che non c’è più nel ripensare i bei momenti passati assieme. Trovo che la naturalezza dei due protagonisti del video ridoni alla perfezione il mood di questo pezzo.

Negli ultimi 12 mesi qual è stato l'artista o la band che, maggiormente, ti hanno colpito e, perché no, influenzato?

Beh non è una domanda così semplice, dato che sono molto volatile con i gusti. Fammi pensare…se devo dire un nome ti dico Arms and Sleepers. Pensa che ho avuto, qualche tempo fa, la possibilità di aprire un loro concerto ma poi, per motivi personali, ho dovuto desistere. Beh, a parte mangiarmi il fegato, ho scoperto una musica fantastica e non posso farne più a meno!

End of June è quello che si può definire una composizione per piano. Come mai la decisione di pubblicare una canzone strumentale se si vuole anche così distante (se è davvero è cosâb3

Grazie


Per 15 anni Paper Street è stata una rivista on-line di informazione culturale che ha seguito con i suoi accreditati i principali festival europei di cinema e musica: decine di collaboratori hanno scritto da tutta la penisola dando vita ad un archivio composto da centinaia di articoli, articoli che restano a disposizione di voi lettori che siete stati un numero incalcolabile nonché il motivo per cui, per tanto tempo, abbiamo scritto con passione per questo progetto editoriale che ci ha riempiti di soddisfazioni.

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