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Paper Street intervista Dente

Nicholas: La prima domanda che mi viene spontanea è data dal titolo del tuo ultimo album “L'Amore Non è Bello”, ma non è bello quando, non è bello in generale o ci sono dei momenti particolari?

Dente: È’ un punto di vista che esce in alcuni momenti di un rapporto ed era semplicemente un gioco per dare un titolo forte ad un disco che parlava d'amore, ma anche no! Penso che potesse sintetizzare quello che c'era dentro anche se non completamente: l'ho scelto perché è d'impatto ed è comunque un modo di dire…tutti i miei dischi avevano titoli tratti da modi di dire e quindi ne avevo cercato un altro e mi è venuto quello, mi sembrava abbastanza forte e in tema con quello che ci stava dentro.

N: Sei mai riuscito a scrivere delle canzoni quando i tuoi rapporti personali, i tuoi rapporti d'amore andavano bene e filava tutto liscio?

D: Non ce la puoi fare, quando fila tutto liscio uno va a farsi un giro.

N: Ho notato che in Non c’è Due Senza Te ricorre spesso la figura della moglie, invece ne L'Amore Non è Bello questa figura sembra quasi scompaia, non si ripropone?

D: Era un gioco mio personale per descrivere una persona, ma non c'era dietro tutta questa logica, era così.

N: Le tue canzoni sono praticamente tutte autobiografiche, quelle che invece non lo sono, come ad esempio “Beato Me”, che è andata nella compilation ideata dagli Afterhours “Il Paese è Reale”, l'hai trattata quasi come una prostituta, a quelle autobiografiche magari sei più affezionato?

D: Non l'ho trattata in modo diverso per questioni etiche o personali, l'ho trattata in modo diverso perché non faceva parte di un mio disco e sapevo dove sarebbe andata, quindi l'ho arrangiata e registrata con un tocco diverso da come sarebbe stata dentro un mio disco ma semplicemente per questo fatto, io ci sono molto affezionato a quella canzone anche se non è molto sentita come le altre.

N: Infatti si sente che non è un semplice riempitivo per una compilation. Magari però non si sarebbe potuta inserire nella tracklist di un tuo album…

D: Non ci è entrata in realtà perché era un po' indietro con i lavori, non aveva ancora il testo, non mi convinceva ancora, non sapevo come arrangiarla e come inserirla nel disco e quindi è rimasta fuori. Quando mi hanno chiesto di farne una per il “Paese è Reale” mi è venuta in mente quella canzone… secondo me era perfetta, non era un brano che eticamente poteva stare dentro il mio disco e avrei potuto arrangiarlo in modo più aggressivo: questa cosa mi ha aiutato! Sia il fatto di scrivere un pezzo non autobiografico, sia il fatto di registrare una canzone e potermi sbizzarrire sapendo che questa non avrebbe fatto parte di un mio album: era una cosa diversa…

N: Quest'ultimo album lo hai registrato in studio: una novità poiché gli altri due li avevi registrati in casa. A livello di arrangiamento musicale è stato un vantaggio perché hai potuto collaborare con musicisti di livello; l'approccio sulla scrittura dei pezzi aveva già un pensiero volto allo studio e quindi una successiva evoluzione del pezzo?

D: I pezzi li scrivo chitarra e voce, avrei sempre voluto poter andare in uno studio anche nei dischi precedenti, però non me lo potevo permettere.
Anche le canzoni di “Non c'è Due Senza te” credo che registrate in uno studio avrebbero avuto una marcia in più, perché quel disco è registrato com’è registrato: con un microfono da 20 € in casa, con un computer.

N: Sempre in condizioni migliori di come hai potuto registrare “Anice in Bocca”!

D: Oggi ho ascoltato un pezzo di “Anice in Bocca” e ho detto: aiuto!

N: Quando riascolti i pezzi vecchi cosa ti viene da dire e soprattutto li riascolti spesso?

D: No spesso no, però oggi ne ho riascoltati un paio che erano nella prima versione di “Anice in Bocca”… c'erano questi due pezzi che poi non sono andati e sono registrati veramente male, ma tanto male… però mi piacciono, comunque sono convinto di tutto ciò che ho fatto.
Anche “Anice in Bocca” a me piace moltissimo: è un disco un po' così, così come è venuto.

N: Da “Anice in Bocca” a “L'Amore non è Bello” in mezzo c'è “Non c'è Due Senza Te” che è un po' il passaggio fra uno e l’altro. Il primo mi sembra ancora bello introverso e molto più personale…

D: E’ tutto molto personale secondo me, poi la questione della registrazione migliore o peggiore, o dell'arrangiamento più curato o meno curato conta fino ad un certo punto. Ovviamente se tu scrivi delle canzoni e gli vuoi bene, ti piace magari vestirle bene, se hai la possibilità e anche se hai la voglia!
Io ho sempre un po’ amato la questione di avere una band, un posto dove registrare bene perché amo anche diversi dischi che sono molto musicali, molto arrangiati, con dei bei suoni e quindi mi piace anche intrigarmi con i suoni e per questo, in quest'ultimo disco, ho unito un po’ delle mie godurie, dallo scrivere al registrare.

N: “La Presunta Santità di Irene” che è il pezzo che apre “L'Amore Non è Bello” è un po' particolare, ha un intro strumentale abbastanza lungo e dilatato a differenza degli altri pezzi che sono più immediati e diretti, come mai la scelta di questo pezzo come primo?

D: Quel pezzo è un po' una citazione: un piccolo omaggio all’apertura di “Anima Latina” di Battisti che inizia in quel modo e che è un disco che amo molto… c’era questa canzone che si prestava ad avere un'apertura così. Mi piacciono molto gli attacchi dei dischi con parti strumentali e quindi, visto che ci stava, ho detto: facciamo questo piccolo omaggio!

N: Se ti chiedessero di scrivere una colonna sonora per un film, preferiresti utilizzare dei pezzi tuoi già scritti o magari, anche se non è facile, scriverne a comando?

D: Le colonne sonore sono quasi tutte strumentali, quindi scrivere parole sarebbe un po' fuori luogo, a meno che il film non necessiti di questa cosa, ad esempio c’è una colonna sonora bellissima di “Un sogno Lungo un Giorno” (One from the Heart,– 1982) che hanno fatto Tom Waits e Crystal Gayle: è tutta cantata ed è parte integrante del film; quella è una sfida molto bella e loro l'hanno vinta magistralmente. Comunque credo che accetterei, poi dipende da chi me lo propone e da che film è. Se me lo propone Vanzina, magari no.

N: Ti piacciono le canzoni con i finali tristi (cit.); ma anche i film con i finali tristi?

D: Non è che mi piacciono le canzoni con i finali tristi, no in realtà sì mi piacciono. I film mi piacciono e basta invece, non è che devono avere un finale triste o allegro.

N: Magari non un finale scontato dove vissero tutti felici e contenti?

D: No, però a volte son belli anche quelli insomma, anche perché uno si aspetta sempre il finale triste di un film e quando invece poi non lo è si stupisce.

N: Una canzone che il pubblico si aspetta da te stasera e non farai? Sempre che tu sappia cosa si può aspettare il pubblico.

D: “La Presunta Santità d'Irene” è un pezzo che mi chiedono sempre e non faccio mai perché quando lo farò, lo voglio fare bene, quindi lo voglio fare coi fiati e con tutto quello che ci sta dietro. Riarrangiare il pezzo così per portarlo dal vivo mi sembrava una cosa stupida.

N: Il titolo del prossimo album sarà: “Tra Moglie e Marito”?

D: No. Credo di no.

N: Ok! Grazie mille per la tua disponibilità.

D: Ciao.

Grazie


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