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Occhio alla TV! La settimana televisiva su Paper Street (Seconda puntata)

Le parole adolescenti, giovani, bambino sono state il leitmotiv predominante dell’emisfero televisivo delle ultime ore e degli ultimi giorni.

 Il caso di “Chi l’ha visto”(in onda mercoledì scorso su Rai3) con la rappresentazione della tragica vicenda del video del bimbo conteso tra due genitori separati con un accentuato  e visibile squilibrio, pone l’attenzione sulla smania un po’ voyeristica della nostra società e non tanto per il gusto di attivare il solito moralismo della buona tv che non si presta a strumento di spettacolarizzazione quanto per porre l’accento sulla credibilità spesso mal riposta che il pubblico italiano attribuisce al mezzo televisivo. 

E’ un problema ritenere che pellegrinando per i vari salotti tv pomeridiani si possa risolvere un caso di ingiustizia? Forse si…o forse no. 

L’unica cosa certa è che, il fantomatico numerino in valore percentuale che esce ogni mattina alle ore 10 circa e che porta il nome di “share”, sale puntualmente alle stelle quando il dolore la tragedia individuale si trasformano in sceneggiatura mass-mediatica.


Nel frattempo la rete Mediaset a vocazione giovanile Italia1 in sintonia con il web, nel disinteresse quasi totale ed ingiustificato della platea televisiva, consumava un indiscutibile esperimento di innovazione del linguaggio Tv con il programma “La Scimmia” (in onda il sabato pomeriggio e chiuso alla seconda puntata ovvero sabato scorso per crollo degli ascolti). 

Il “Learning Show” prodotto da Taodue proponeva ad una classe scolastica composta da alunni dal passato non di certo dediti allo studio, di raggiungere il conseguimento della maturità scolastica, questo l’obbiettivo del talent (se di talent si può parlare). 

L’elemento di forza era il corpo docenti che assolveva con competenza ed ironia il ruolo di giuria ma soprattutto di “addestratrice di vita”, non scadendo mai nel moralismo e nella macchiettizzazione di un ruolo precostituito e affidato quasi sempre dallo staff autorale del programma (per citare due dei prof della scuola tv: Walter Siti e Edoardo Camurri) 

Ma per i giovani non è finita qui perché il sabato pomeriggio la dirimpettaia pseudo-giovanile Rai2 celebra il più lodevole e premiato in termini di ascolti “Teen Manager” ovvero un docu-reality targato Europroduzione in cui la gestione del budget settimanale di una famiglia e la relativa organizzazione economica dei componenti della stessa, è affidata al più giovane di casa. Il compito di educare al risparmio il giovane manager di casa è affidato al sapiente occhio vigile dell’esperto di economia famigliare, una sorta di “SOS Tata” in giacca e cravatta.
Il montaggio del programma è ritmico, dinamico e attento al dettaglio utile alla narrazione.

Per trarne un bilancio: forse i due esempi televisivi per la prima volta raccontano un’adolescenza non necessariamente votata al canto, al ballo, alla recitazione nel migliore dei casi ma dimostrano soprattutto che il talent (ovvero l’esercizio di un talento qualunque esso sia narrato davanti alle telecamere, anche semplicemente lo svolgimento della più “normale quotidianità) può essere descritto e raccontato una volta tanto non attraverso il reality ma attraverso la realtà. Qualche differenza c’è!


Grazie


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