Louie
Se c’è qualcosa da invidiare alla scuola americana di stand-up comedians, è la loro grande libertà di espressione. Quel proposito tanto celebrato e difeso dalla popolazione statunitense, principio fondatore della way of life a stelle e strisce (anche se non sempre rispettato), trova suo maggiore compimento nel linguaggio e nei temi trattati dai grandi performer USA. Nomi che hanno fatto storia come George Carlin e Bill Hicks, fino ad arrivare ai più celebri al grande pubblico Chris Rock ed Eddie Murphy, vengono ricordati per i loro monologhi senza peli sulla lingua sui temi più scottanti e proibiti. L’erede contemporaneo di questa galleria di fenomeni dalla battuta fulminante è Louis C.K.: un buffo signore dai capelli rossi, palesemente fuori forma, newyorkese dall’umorismo di ispirazione Alleniana e in perenne crisi di mezza età.
Louie non tratta altro che delle sue nevrosi, delle sue paure e delle sue riflessioni sul sesso, sulla morte, sulla religione e su qualsiasi argomento che sia sconveniente trattare in maniera aperta e provocatoria; caso più unico che raro, la serie è interamente scritta, diretta e montata da lui, frutto di una libertà creativa difficilmente concessa dai network televisivi, grazie anche ai costi infinitesimali di produzione, se paragonato ad altri serial.
La Grande Mela fa da sfondo alle surreali avventure di Louie, nella serie, come nella realtà, un divorziato con due figli in custodia congiunta alla moglie. Le due storie a puntata vengono punteggiate dai suoi interventi comici di fronte al pubblico di un fumoso locale notturno, spesso atti a sottolineare i temi della puntata, mettendo in mostra il suo grande talento comico.
La serie mette spesso in scacco lo spettatore, sorprendendolo con risvolti alquanto bizzarri, come nell’episodio So Old, dove il protagonista viene adescato da una ragazza a cui piacciono gli uomini anziani e, per farla eccitare, le sussurra frasi come Ho 42 anni. Quasi 43. o Mi ricordo quando si fumava nei cinema.
Molte le guest star coinvolte, da Susan Sarandon a Jay Leno, fino ad un sadico Ricky Gervais, un dottore amico di Louie che ha il brutto vizio di prenderlo in giro, diagnosticandogli malattie che non ha assolutamente contratto.
Nelle sue tre stagioni finora prodotte, Louie mette in ridicolo l’essere umano nella sua natura fragile ed imperfetta, usando se stesso come cavia per esperimenti comici al limite dell’assurdo.