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Italia Wave 2009 – Aphex Twin + Kraftwerk

Aphex Twin non è un tipo simpatico, non è affascinante, non è una star. È uno di quegli artisti che fa uscire un album decente ogni venti. Ogni tanto, poi, sforna qualche capolavoro. Come Windowlicker, uno dei pezzi di elettronica più belli di sempre. Eppure, per sentirlo in una delle sue rarissime esibizioni dal vivo (nel 2009 solo quattro date in tutto il mondo) mi sono fatto 400 Km su un treno puzzolente, pieno di polvere, batteri e ragazzini che si fanno le foto col cellulare. Livorno è una città in cui tutto è approssimativo, dallo stato in cui riversano i pochi monumenti e le strade, alla qualità delle conversazioni con i giovani del luogo.

L’unico modo per sopravvivere una giornata a Livorno è stato recarmi in luoghi che sono sempre uguali in tutte le città: il porto e lo stadio. Davanti al porto di Livorno ho mangiato degli ottimi anelli di cipolla fritti. Lo stadio Armando Picchi è da fuori un tipico esempio di architettura fascista; dentro è stato il teatro dei concerti di Italia Wave. Nel giro di un’ora ho alternato le cose che tutti fanno prima di un concerto: bere una birra, consumare un pasto a base di pane scongelato e carne, discutere con la persona di fianco a me di quanto siano mediocri i gruppi che aprono i festival in Italia.

Le altre 7.000 persone intorno a me sembravano fare le stesse cose che facevo io. «Un’altra birra, per favore». I giovani livornesi con cui mi sono fermato a parlare tiravano fuori sempre gli stessi discorsi: i fratelli Lucarelli, droghe leggere e pesanti, sbronze da vino e comunismo. Tutte cose di cui non me ne fregava assolutamente niente. Per questo era piacevole starli a sentire. La buffa cadenza locale rendeva tutti un po’ più tollerabili. I gruppi che hanno aperto il festival erano realmente mediocri, si trattava infatti degli Offlaga Disco Pax, ovvero che cosa significa fare musica quando vorresti essere un eroe del comunismo rivoluzionario e invece sei solo un povero stronzo sovrappeso che canta su un palco. Quello dei Kraftwerk sarebbe stato un ottimo concerto se la parola “concerto” significasse “schiacciare tasto play e fare finta di suonare davanti a un computer mentre video avveniristici scorrono sui megaschermi perfettamente a tempo con la musica”.

Poi c’è stato Aphex Twin. La cosa più divertente del suo live set è stato che i volumi erano talmente alti che alla fine avresti vomitato anche senza bere alcol o assumere droghe(cosa che comunque tutti facevano con grande impegno). Di solito i gruppi emergenti suonano a volumi eccessivi per nascondere piccoli errori e far vedere quanto “spingono”. Aphex Twin suona a volumi eccessivi perché ti odia e vuole farti stare male. Esco dallo stadio con l’alito che puzza di cipolla e birra, convinto di aver appena assistito a una figata. Clap clap Livorno. Clap clap.

Grazie


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