Led-Zeppelin-ppcorn

I Led Zeppelin, 31 anni dopo

«Suonare nei Led Zeppelin era il sogno di ogni musicista. Era euforizzante. E suonavamo circa tre ore a sera, non si può mica semplicemente girare un interruttore e bloccare l’adrenalina»

Si scrive hard rock ’70s, ma si legge Led Zeppelin. D’accordo non erano gli unici e hanno avuto dei degni “rivali” del calibro di Who o Deep Purple solo per dirne alcuni, ma l’innovazione e la trasformazione della musica che i quattro hanno introdotto, ha sconvolto per sempre il mondo della musica, tant’è che ancora adesso, tra le nuove generazioni, godono di immenso successo.

Una carriera di 12 anni li consacra nell’Olimpo della musica, ma obiettivamente è bastato molto meno tempo. Band fuori dagli schemi e dalla ormai stra nota formazione composta da Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham, nasce dalle ceneri degli Yardbirds, gruppo dei ’60s per cui Page aveva suonato inizialmente al basso, per poi passare definitivamente alla chitarra insieme a Jeff Beck, che ha poi lasciato il gruppo. Page rimescola le carte in gioco dopo lo scioglimento degli Yardbirds (ribattezzati da Mike Bongiorno “Polli da cortile”, durante una loro ospitata in un suo programma) e scopre la formula della rivoluzione musicale. Niente di più facile finché ci sono in circolazione elementi con la voce di Plant, o la grinta di Bonzo Bonham («Ragazzo, il tuo piede destro è più veloce di quello di un coniglio!» Jimi Hendrix) o le doti di arrangiatore di Jones. Nei loro anni si sono sempre distinti dalla massa, sono sempre stati fuori dal coro, salvo poi farsene uno tutto loro in cui la qualità e l’eccellenza per la musica hanno sempre regnato sovrane.

Furono così oltre le righe da essere accusati di satanismo a causa della loro passione per il simbolismo, basti pensare ai quattro simboli scelti in sostituzione dei nomi. Senza poi contare l’interesse estremo di Page verso l’occultista britannico Aleister Crowley, che lo spinse ad acquistarne persino la villa in campagna sulle rive del lago di Loch Ness.

Si staglia, quindi, il profilo di un gruppo stravolgente, che spacca i canoni andando oltre ogni schema mai tracciato prima, seguendo tutti gli eccessi di un’epoca di artisti dannati, se di dannazione si tratta. Droghe e alcool non sono certo assenti dalla carriera dei quattro e ne segnarono inesorabilmente la fine con la morte di Bonham. Questo evento non è stato in nessun modo superabile dagli altri membri che per rispetto verso l’amico e la sua famiglia dichiararono sciolto il gruppo, perché i Led Zeppelin potevano continuare a suonare solo con Bonham alla batteria, come deciso dalla sorte nella formazione iniziale.

Il fascino che avvolgeva la band non si è scolorito nemmeno sotto la forza dirompente degli anni e la dimostrazione la si vede nella forte influenza che il gruppo ha avuto su tutta la musica che è venuta dopo la loro era.

Se i Beatles hanno sconvolto i ’60s, di certo i Led Zeppelin hanno rivoluzionato il decennio successivo e anche oltre, fino ad arrivare ai giorni nostri quando nel 2007 per una reunion a Londra alla O2 Arena hanno avuto una richiesta di 20 milioni di biglietti in sole 24 ore…altro che i sold out a cui siamo abituati oggi.

Grazie


Per 15 anni Paper Street è stata una rivista on-line di informazione culturale che ha seguito con i suoi accreditati i principali festival europei di cinema e musica: decine di collaboratori hanno scritto da tutta la penisola dando vita ad un archivio composto da centinaia di articoli, articoli che restano a disposizione di voi lettori che siete stati un numero incalcolabile nonché il motivo per cui, per tanto tempo, abbiamo scritto con passione per questo progetto editoriale che ci ha riempiti di soddisfazioni.

This will close in 30 seconds