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Eastpak Antidote Tour @ Alcatraz (MI)

Il festival in questione questa volta è stato l'Eastpak Antidote Tour, manifestazione itinerante promossa ogni anno dalla nota casa produttrice di zaini e abbigliamento. I Sum41 hanno calcato il palco milanese per poco più di un'ora, durante la quale hanno proposto tutti i loro maggiori successi, da “Fat Lip” a “Still Waiting”. Hanno inoltre presentato il loro nuovo singolo “Skumfuk”, che sarà incluso nell'album “Screaming Bloody Murder”, la cui uscita è prevista per febbraio 2011.

Ancora una volta, la band canadese ha dato grande prova delle proprie capacità tecniche ma soprattutto d'intrattenimento, dando vita ad uno spettacolo molto trascinante. A provarlo, due dei momenti meglio riusciti dello show: l'eccezionale assolo suonato dal batterista Steve Jocz durante “King of Contradiction”, e l'atmosferica performance di “Pieces”, probabilmente l’apice della serata, inizialmente eseguita dal frontman Deryck Whibley in solitaria sul palco e quindi continuata con la totalità della band. Insomma, l'unico rimprovero che si può muover loro è forse quello di avere ancora una volta iniziato un tour senza (o quasi) nuovo materiale da proporre, considerando che il loro ultimo lavoro, “Underclass Hero”, risale all’estate del 2007.

Prima di loro si sono esibite altre tre band, che hanno proposto una mezz'oretta a testa di punk rock sinceramente non troppo originale né degno di nota.
I primi a salire sul palco sono stati i Veara, quartetto statunitense dal repertorio standard: tutte canzoni una uguale alla precedente, che differivano semplicemente nell'intro per poi recuperare ritmica e tonalità identiche di brano in brano. Insomma, di una monotonia quasi esasperante.
Dopo di loro è arrivato il turno dei Riverboat Gamblers, forse il gruppo migliore dei tre supporter. Un'esibizione magari non esaltante ma tutto sommato piacevole, fatta di brani orecchiabili e una buona presenza onstage.
Infine, i The Black Pacific, nuova band della ex-voce storica dei Pennywise Jim Lindberg. A quanto pare l'esperienza in uno dei gruppi simbolo del punk contemporaneo non sta avendo riflesso nel suo attuale progetto, che si presenta ripetitivo e senza tono. Una serie di brani estremamente quadrati, che seguono uno schema costante di strofa hardcore e ritornello melodico. Come se non bastasse, non è passato inosservato il pessimo tentativo di accattivarsi il pubblico attraverso manovre collaudate di coinvolgimento, a partire dall'ingresso sul palco sulle note di “London Calling” dei Clash e dalla cover di “Blitzkrieg Bop” dei Ramones.

Insomma, l'attesa per i Sum41 è stata tendenzialmente un supplizio, ma considerato il risultato finale si può dire che ne è comunque valsa la pena. La speranza, ora, è che la prossima volta Whibley e soci torneranno in Italia con del materiale inedito e, chissà, magari per un concerto da headliners.

 

13 novembre 2010

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