Dopo Via Rasella – De Mejo

Dopo Via Rasella – Pierpaolo De Mejo

Una strada stretta, lunga e leggermente in salita. Via Rasella si trova nel cuore di Roma e oggi è solo una passeggiata interna del rione Trevi, a due passi da via del Tritone. Il 23 marzo 1944, nel primo pomeriggio, in quella stessa strada c’erano un carretto, poca gente comune e l’11ª compagnia del III battaglione del Polizeiregiment “Bozen”, un reparto della polizia d’ordinanza tedesca, di ritorno dal solito addestramento a piazzale Flaminio. Bastarono pochi minuti e i diciotto chili di tritolo nascosti nel carretto spazzarono via 33 soldati tedeschi, un bimbo di dodici anni e un uomo mai identificato, destino comune a dieci delle 335 vittime della rappresaglia tedesca, avvenuta solo qualche ora dopo, passata alla storia come l’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Dopo Via Rasella è soprattutto uno sforzo di verità storica: luci ambrate, intermittenti come il muscolo della memoria, illuminano i ricordi di un uomo qualunque, un ferroviere, un’esistenza in perdita. La guerra è finita, la radio può smettere i proclami e riprendere a trasmettere musica per disinfettare le ferite di chi è vivo, ma non capisce perché. Solo i morti hanno visto davvero la fine della guerra, perché ai vivi spetta rievocarli e il conflitto ora è una questione spirituale.

Il pover’uomo è in un bar, accanto a lui due figure: una donna bellissima, stanca, vessata, sbattuta; e un uomo elegante, raffinato, un medico. Mentre i ricordi si precisano, tra le pieghe del dolore, la Storia si svela lentamente, come a voler marchiare col fuoco della responsabilità chiunque abbia ancora un cuore che pompa sangue: l’uomo elegante, il giovane medico si è sostituito al ferroviere nel rastrellamento operato dai tedeschi, in seguito all’attentato organizzato dai Gap (Gruppi di azione patriottica) in via Rasella, finendo ucciso nelle Fosse Ardeatine. La donna non può che essere una sineddoche dell’Italia, stanca, violentata e segnata da migliaia di cicatrici, alcune ancora senza nome, che reclamano verità: un sentiero di morte che da via Rasella porta alle Fosse Ardeatine, un accumulo di sensi di colpa che decenni di processi, racconti, libri, film non hanno saputo lenire.

Pierpaolo De Mejo scrive, dirige e interpreta con Olivia Cordsen e Antonio Pisu un viatico per la memoria e lo fa spostando la prospettiva, depurandola da letture politiche e restituendo pari dignità a tutti i morti di guerra; operando una “livella” consapevole per chi, settant’anni dopo, non deve dimenticare, per non finire come il protagonista dello spettacolo: solo in un bar, in un limbo di esistenza apparente, dove ha più senso la morte che la vita.

Teatro Elettra, Roma – 7 novembre 2014

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