Flight of the Conchords

Flight of the Conchords

La Nuova Zelanda, agli inizi di questo secolo, è assurta a terreno fertile per nuove suggestioni cinematografiche e generosa dispensatrice di epici panorami, preda di molti franchise cinematografici. Non ha donato al mondo solo le incredibili avventure di una compagnia di eroi coraggiosi, uniti nei loro intenti da un anello magico, ma anche le più misere e disgraziate vicende di un duo di amici, con una grande passione per la musica pop.

Jemaine e Bret sono due ragazzi neozelandesi che hanno deciso di sbarcare a New York, in cerca di fortuna: insieme formano i Flight Of The Conchords e sognano di sfondare nel mondo della musica. Non è facile emergere nella Grande Mela, specialmente quando ti affidi alle cure manageriali di un tipo come Murray, il quale si occupa saltuariamente (e con scarsi risultati) della band mentre svolge il suo ruolo di vice-addetto alla cultura al consolato neozelandese, un personaggio con idee geniali come quella di assumere di testa sua un suonatore di bongo come terzo membro del gruppo, dalla pericolosa tendenza al lanciarsi in estenuanti assolo. Non bastasse avere a che fare con le sue pessime capacità di promoter, i due sono costantemente perseguitati dalla loro unica fan, Mel, ossessionata dalla band, a scapito di suo marito Doug, costretto ad accompagnarla nel suo peregrinare al seguito dei Conchords.

Concepita sulle frequenze radiofoniche di BBC2 e portata sul piccolo schermo da HBO, Flight Of The Conchords è un concentrato di lampi surreali, personaggi sopra le righe, trame esilaranti e, soprattutto, geniali siparietti musicali. La particolarità della serie si trova, infatti, nella struttura dei suoi episodi, i quali vedono la narrazione canonica interrompersi temporaneamente per essere portata avanti dalle canzoni interpretate da Jemaine e Bret, trasformando questi momenti in veri e propri videoclip: un’ottima occasione per decostruirne l'estetica e il linguaggio, partorendo piccoli gioielli di umorismo musicale.

Dalle invettive rap di “Hiphopopotamus vs. Rhymenoceros” al non-sense di “I Told You I Was Freaky”, fino al synth-pop di “Inner City Pressure” e al reggaeton di “She’s So Hot…Boom!”, i Conchords si fanno beffe di tutti i generi musicali: ciò che più diverte è che al di fuori della serie loro esistono realmente come gruppo e portano le loro ironiche canzoni in tour ancora oggi.

Una serie che diverte per le sue trovate comiche e strizza l’occhio agli appassionati di musica per il raffinato lavoro compositivo, terminata dopo sole due stagioni per volontà della band: quanto basta per essere ricordata come una delle comedy più originali ed eccentriche di sempre.

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