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Spring Breakers – Harmony Korine

Harmony Korine è uno dei registi più originali e fuori dagli schemi che il cinema abbia prodotto negli ultimi vent’anni. Già dal suo film d’esordio, Gummo, ha dato prova di un nuovo stile registico caratterizzato da uno stravolgimento della narrazione e da uno sguardo impietoso e diretto nel rappresentare freaks e situazioni che sconvolgono la morale comune, al limite della sopportabilità. Spring Breakers, in concorso all’ultima Mostra del Cinema, è la sua prima opera ad avvalersi di un cast di attori conosciuti e di una trama sovvertita dal consueto stile registico ma meno estrema nei contenuti.

Nel film quattro studentesse del college rapinano una tavola calda per potersi pagare lo spring break, ovvero le vacanze di primavera. Arrestate dopo una retata in un festino a base di cocaina, vengono rilasciate grazie all’intervento di Alien (James Franco), un gangster locale che paga la loro cauzione, introducendole successivamente nel suo universo malavitoso, caratterizzato da rapine e spaccio di droga.

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In un più di una sequenza Korine lascia lo spettatore senza fiato grazie ad una regia i cui ralenti, flash back e flash forward rendono questo film un prodotto originale e diverso rispetto alle opere viste fin qui in concorso. L’assenza di linearità è una peculiarità che esalta la narrazione, grazie anche ad una colonna sonora inconsueta per il genere ma efficace, dialoghi azzeccati e sequenze che interrompono il racconto per concentrarsi su momenti più distensivi o per dar sfoggio dell’eccellente talento visivo di Korine nell’esaltare i particolari con virtuosismi da brivido.

Da antologia la sequenza che contemporaneamente anticipa e rivela la prima rapina effettuata dalle ragazze assieme ad Alien (un ottimo James Franco) in cui, col commento musicale della canzone Everytime di Britney Spears, le giovani si muovono a passo di danza nascoste dai loro passamontagna rosa.

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Nero sarcasmo sull’ansia del divertimento sfrenato e sul mito americano aggiornato a post-MTV, musica pop sparata a palla, corpi nudi innaffiati dall’alcool, droga sesso e violenza tanto patinati da sembrare più finti di GTA, genitori che sono solo interlocutori muti in un telefono. Korine fa centro con un film che non ha punti deboli, che si avvale di una grande fotografia e di un montaggio estremamente frammentato e personale che infila la storia in un frullatore e ci lascia smarriti e al tempo stesso esaltati, eccitati e crudeli.

Woody Allen diceva che il cinema imita la vita mentre la vita imita la cattiva televisione. Spring Breakers è il cortocircuito geniale di questo aforisma.

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