disconnect movie

Disconnect – Henry Alex-Lubin

Presentato Disconnect, film americano fuori concorso firmato da Henry Alex-Lubin, regista alla prima prova con un lungometraggio di fiction. In una anonima cittadina della provincia americana si intrecciano varie vicende che, come nodi di una rete di computer, hanno come filo conduttore la connessione delle vite dei protagonisti al flusso continuo di informazione e realtà virtuale in cui siamo sempre più immersi.

Dramma corale su un’umanità ormai asservita agli schermi di computer e telefoni ed incentrato sui pericoli di una vita vissuta sui social network vede svolgersi verso un crescendo di tensione le storie di un ragazzo raggirato su Facebook da due compagni, di una giornalista che fiuta lo scoop dopo aver conosciuto un ragazzo che si guadagna da vivere con le live chat erotiche, di una coppia distrutta dalla morte in fasce del figlio.

Argomento più scottante e fresco non si poteva trovare ed è molto valida idea di presentare una galleria di personaggi tutti diversamente soli davanti a uno schermo mentre intorno a loro affetti e famiglia crollano progressivamente. Buoni i presupposti, di alto livello le parti tecniche come fotografia e sonoro, ma il film dopo un buon inizio si perde e lascia il senso di una occasione persa. Demerito di una sceneggiatura che riesce sì a coinvolgere lo spettatore grazie al ricordo a tematiche importanti tra cui il rapporto genitori-figli, il bullismo, la pornografia digitale, il lutto e l’invadenza dell’occhio dei media sulla vita ma che finisce dalla metà in poi per inserirsi sui binari del classico melodramma hollywoodiano. La corsa all’emozione facile non paga e portando alle estreme conseguenze tutte le vicende si finisce con il chiudere senza coraggio e senza stile.

La regia è onesta per buona parte del film, ma, ad aggravare i difetti della sceneggiatura, si fa prendere la mano in un finale che andrebbe mostrato in tutte le scuole di cinema alla voce “come un ralenti può rendere tutto una porcheria”. Non ci resta che aspettare che autori migliori prendano in mano con altro piglio questo che è uno dei grandi temi della nostra contemporaneità.

Grazie


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