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Ultrafun Sword – ELK

Avete presente quando vi fanno male i piedi, le cosce vi dolgono e siete anche un po' sudati ma, magari in alta montagna con l'aria frizzante che vi solletica le braccia, oppure in collina a cercare castagne che questa è la stagione giusta, non vi curate degli acciacchi momentanei, date un respiro forte, ampio, a pieni polmoni e continuate a camminare, per il puro spirito di andare avanti, di conoscere, di esplorare? Se avete mai provato queste sensazioni allora troverete orizzonti simili in Ultrafun Sword (vi sfido a trovare un titolo migliore quest'anno, almeno per un gruppo italiano), il nuovo album degli ELK, in uscita per Niegazowana Records, Costello’s e Unomundo.

Un mondo vasto quindi quello esplorato dal gruppo di Vigevano che, sin dalla prima canzone, la trascinante M. Dugall, da cui tra l'altro è stato tratto un bellissimo video, mette in chiaro le cose: una chitarrina fende l'aria e la traccia via via che cresce, esplode a, perfetta, metà strada tra alt-pop e new-wave, con una scelta dal grande impatto emotivo. Si legge nel comunicato stampa che il pretesto per il disco sia «“Un'invasione aliena, una massiccia invasione aliena che coinvolge tutto e tutti. Allora, a questo punto, nonostante sia cambiato il mondo, ci si può aggrappare solo alle cose veramente reali: le emozioni, i sentimenti ed i legami con le altre persone»”.

Un album, quindi, fortemente “umano” anche se si parla di alieni, questo “Ultrafun Sword”, caratterizzato da un impasto di basso e chitarra di altissimo livello che trascinano letteralmente l'ascoltatore verso altri mondo, lidi così lontani da essere a portata di mano, anzi d’orecchio. Ad esempio The Thaw parte con schitarrate e con intarsi elettronici che fanno balzare dalla sedia e poi tutto il pezzo è incalzante, con anche qualche effetto digitale e degli accordoni di piano che non fanno che aumentare il pathos del tutto.

Gli ELK realizzano quindi un lavoro molto ricco di spunti e di suggestioni, denso eppure godibilissimo, così come la copertina dell'album stesso, un meraviglioso guazzabuglio di colori, ombre e creature più o meno inquietanti. E in fondo non è proprio questo la nostra mente: un party coloratissimo con dei tragici momenti di noia e di tristezza e continui viaggioni che, tutti quanti noi, ci facciamo per evadere da questa monotona vita verso altri universi (in)possibili. Con gli ELK si può fare, direbbe il saggio!

Grazie


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