Una cosa è certa: avete già visto Survivor, solo che quando l'avete visto voi si chiamava The Bourne Identity o Il fuggitivo o Intrigo internazionale. Questo film è la versione femminile di un qualunque thriller spionistico e in sé ha talmente tanto copia/incolla da confinare con la parodia e la satira.
Milla Jovovich ce la mette tutta. Qui è Kate, un'impiegata dell’ambasciata americana di Londra che fa del suo meglio per tenere i bombaroli fuori dagli Stati Uniti. Poi c'è un attentato e muoiono quasi tutti i suoi colleghi, ma lei no. Kate si ricorda degli amici che ha perso durante l'attentato dell'11 settembre – segue flashback, non sia mai che ci fossimo dimenticati cosa è accaduto l'11 settembre. Survivor è uno di quei film che ti tiene per mano e te la strizza forte di tanto in tanto, per rassicurarti. Ma torniamo alla trama. Kate non fa in tempo a starnutire la polvere dell'espolsione che si ritrova subito a essere accusata di esserne l’artefice. Ricercata dalla polizia inglese, ricercata dagli americani, ricercata da Pierce Brosnan che qui fa l'assassino a pagamento, Kate scappa. E scappa. E scappa ancora. Scappa da tutti, tranne che da Dylan McDermott, nella parte di quello con la faccia da buono che le crede e che si fida a prescindere.
Per essere un film d’azione, ci sono un sacco di scene nelle quali i personaggi non fanno altro che stare in piedi e dialogare. Kate, ad esempio, parla quattro lingue anche se l'unica volta in cui una di queste lingue le torna utile è quando deve spiegare a un turista cinese di essere innocente – prima di scappare ancora una volta. Il climax arriva proprio nel momento in cui ci si aspetta che arrivi in un film che dura 95 minuti.
Survivor è esattamente come vi aspettereste che sia un film realizzato da una civiltà extra-terrestre. Mi spiego: da più di un secolo, ormai, la terra è circondata da una radiosfera in continua espansione, un globo di onde elettromagnetiche che viaggiano nello spazio alla velocità della luce. Chissà quante civiltà aliene sono riuscite a captare i segnali inviati dal nostro pianeta e a sbirciare spezzoni tratti dai nostri film d'azione. Ecco, Survivor sembra essere la risposta venuta dallo spazio ai titoli che ho citato in apertura. Un film messo insieme da un'intelligenza che non ha idea di come funzionino realmente le cose qui sulla terra. Creature all'apparenza umane che camminano o guidano automobili o urlano dentro a telefoni cellulari e di tanto in tanto si versano da bere, perché questo è quel che fanno gli essere umani. Il regista è James McTeigue, ma se si tratti davvero dello stesso regista di V per Vendetta o di un collettivo di alieni che ha preso in prestito questo pseudonimo, non saprei dirlo.