Se ti chiami Michael Jackson capita che incidi l'album più venduto nella storia della musica (Thriller, 110 milioni ci copie), che rivoluzioni la musica pop, che inventi il Moonwalk, il Sidewalk, l'Airwalk e l'Antigravity Lean, dove peraltro ti inclini di 60° sposi l’unica figlia di Elvis Presley e che ti dedicano una targa in tuo ricordo, a Londra, nel foyer del Lyric Theatre, nel West End, due passi da Piccadilly Circus, il teatro che ha ospitato il musical Thriller live, che ripercorre tutta la tua carriera.
Ma se ti chiami Michael Jackson capita anche che soffri di vitiligine, una malattia che causa il progressivo sbiancamento della tua pelle, macchia dopo macchia, e che per rimediare a queste macchie ricorri a fiumi di fondotinta e che la gente invece di capirti ti accusa di aver cambiato pelle, d'esser razzista e di voler rinnegare le tue origini. Se ti chiami Michael Jackson ti ’accusano pure di pedofilia, salvo poi scoprire che dal processo esci pulito, nonostante tutta la merda che ti ’hanno tirato addosso.
Se ti chiami Michael Jackson hai il mondo ai tuoi piedi ma tu, quel mondo, non riesci neppure a sfiorarlo, se non con un guanto. Né puoi respirarlo, da dietro una mascherina. Si chiama bacillofobia, la paura che ti impedisce di stringere ciò che t’appartiene.
Se ti chiami Michael Jackson muori il 25 giugno 2009, un anno esatto fa, al numero 100 di Carolwood Drive a Holmby Hills, Los Angeles, per arresto cardiaco dovuto ad un’overdose di Propofol, medicinale adoperato dal tuo medico Conrad Murray per aiutarti a combattere l’insonnia.