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Paura 3D – Manetti Bros.

Paura 3D è l’ultimo film dei Manetti Bros, un horror a basso budget, violento, macabro e morboso come non se ne vedeva da un po’. Rifacendosi a grandi autori come Argento e Bava, che hanno reso grande il nostro cinema, i registi mettono in scena la storia di tre ragazzi “normali” che, trovandosi in possesso delle chiavi, decidono di passare il weekend nella lussuosa villa del barone Lanzi, mentre quest’ultimo si trova a un raduno di auto d’epoca. Ovviamente andrà tutto storto, il nobile rincaserà prima del previsto e i ragazzi scopriranno presto ciò che si trova nella sua cantina.

Che ai Manetti piacesse l’horror non c’erano dubbi, i primi segnali si erano già visti nel loro primo lungometraggio Zora la Vampira, ma con quest’opera, per la prima volta i registi si lanciano appieno in una vicenda violenta e cupa, senza lasciare spazio a sorrisi e ironia di nessun tipo. Paura 3D è una storia nera che mette in scena alla perfezione il male e la perversione, lo splatter e il sadismo, attraverso una serie di situazioni e scene truculente, che divertono e ipnotizzano lo spettatore dall’inizio alla fine della pellicola.

Il film funziona per una serie di motivi: prima di tutto i protagonisti sono ben descritti, personaggi credibili e attuali, ragazzi nei quali lo spettatore si può facilmente riconoscere (vedi l’universitario lasciato dalla ragazza o il metallaro, tanto alternativo quanto bonaccione), diversamente da ciò che succede nei teen horror americani, dove i protagonisti, tutti fatti con lo stampino, sembrano essere usciti da un catalogo di Abercrombie & Fitch. Per non parlare poi del barone Lanzi, un orco travestito da personcina a modo e per bene, interpretato magistralmente da un Peppe Servillo perfetto nella parte.

Il secondo motivo è la colonna sonora: come in tutti i film dei Manetti, così come nella serie dell’Ispettore Coliandro, la musica ha un ruolo fondamentale, in questo caso mischiando sapientemente hip hop, metalcore e sintetizzatori elettronici, frastornando lo spettatore con rumori e vibrazioni angoscianti. E poi, terza e ultima cosa, la trama. Una trama semplice, senza fronzoli, l’ideale per una storia dell’orrore old school, nella quale l’importanza viene lasciata all’ansia, che sale piano piano fino al sanguinario quanto inquietante epilogo finale. Un’ultima considerazione va fatta sull’intelligente uso del 3D, un valore aggiunto che rende la fruizione del film ancora più intensa e coinvolgente.

Insomma, con questa loro ultima fatica, i Manetti Bros ci hanno regalato un film onesto e sentito, facendosi sempre più spazio in un panorama italiano dove purtroppo cinepanettoni e stupide commediole sentimentali vanno ancora per la maggiore.


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