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Night Thoughts – Suede

When you are young
There are bottled blooms and twisted drums
When you are young
There is nothing right and nothing wrong
You will play in the maze
’Til’ your mother she calls you away

[“When You are Young”, Suede]

Gli argonauti erano i compagni di ventura, radunati attorno alla nave Argo e capitanati da Giasone, secondo il mito “la prima nave dell'umanità”. Una sorta di “Avengers” dell'età antica dato che il gruppo era formato dai più famosi eroi dell'epoca: Atalanta, Castore&Polluce, Eracle, Orfeo, Piritoo, Telamone etc. Partirono alla volta della Colchide (sull'odierno Mar Nero, in pratica la Crimea) per riconquistare il Vello d'Oro. Ma questa è un'altra storia. Quello che ci interessa maggiormente è il significato “posteriore” che si diede a questo termine. Infatti, col nome di Argonauti, vennero indicati anche quei coraggiosi e, va detto, piuttosto avventati, cercatori d’oro che inseguirono “gli aurei filoni” per tutto il Nord America, concentrandosi soprattutto in Klondike. Zio Paperone, per dire, era uno di quegli argonauti.

E possiamo dare degli “argonauti” anche agli Suede, il gruppo di Stratford-upon-Avon (già, la città “natale” di William Shakespeare), guidato dal cantante Brett Anderson e tra le band fondatrici di quel genere che ben presto sarebbe stato conosciuto col nome di britpop. Detto questo è logico e scontato che la notizia di un loro nuovo album, a distanza di tre anni dal precedente, abbia fatto molto rumore: Night Thoughts è così il settimo album degli Suede, uscito per la loro, omonima, etichetta.

L'inizio è epico e magistrale, quasi inaspettato: contrabbassi e violini fendono l'aria con la gravità e la leggiadria di una colonna sonora di John Williams: quindi, accompagnato da chitarre quanto mai poderose e muscolose, la voce di Brett Anderson inizia a tessere i versi di When You are Young. Una canzone sull'essere giovani, sull'essere stati giovani, quindi rivolta per forza di cose al passato, per un artista come Anderson, ormai sulla cinquantina. Ma il secondo pezzo, Outsiders mette ancora più in chiaro le cose. Un avvio à la U2 di Boy (la chitarra di The Edge!) ci fa capire che qui si sta parlando di tutti quanti noi, “outsiders” sempre e comunque della vita, eterne “coppie di rose gettate in un vaso rotto”.

Ma l'album poi prosegue con una qualità delle singole canzone molto alta, sia a livello musicale (raramente, negli ultimi tempi, si è sentito un’unità tanto intima ed affascinante tra chitarra, basso e batteria) sia a livello di scrittura. Forse i tempi degli Suede sono passati per sempre e il britpop non tornerà, ma il motivo è semplice: non se n’è veramente mai andato il britpop perché parla di tutti noi, e noi, eterni argonauti e outsiders della vita, a ben vedere, siamo sempre qui, su questa “nuda e nera terra”. Proprio come in Klondike, proprio in Colchide, proprio come quando la nave Argo fendeva le turbolenti acque del Mediteranno.

Grazie


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