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Love and Mercy – Bill Poland

Love and Mercy racconta la vita dell’enigmatico e geniale Brian Wilson, compositore, cantante e co-fondatore dei Beach Boys, band statunitense che ha scosso con le proprie good vibrations le vite di milioni di giovani in tutto il mondo. Esce nelle sale italiane il 31 marzo 2016, in occasione del cinquantesimo compleanno di Pet Sounds, il capolavoro della band considerato uno degli album più influenti della storia della musica. Presentato ai festival di Toronto e Berlino, il film prende il nome dal brano solista composto da Brian nel 1988 e che accompagna lo spettatore durante i titoli di coda.

Il regista Bill Poland (produttore di pellicole hollywoodiane del calibro di The Tree of Life o 12 anni schiavo) con Love and Mercy sceglie di cimentarsi in un biopic insolito, mostrandosi più interessato agli aspetti umani della storia, svelando la psicologia di Brian, piuttosto che alle dinamiche commerciali o sociali attorno al musicista, soltanto accennate.

Love and Mercy Brian Wilson John Cusack

Il racconto si sviluppa sul continuo alternarsi tra passato e futuro, permettendoci così di godere dell’abilità attoriale di Paul Dano, nei panni di Brian ventenne, e di John Cusack, nel ruolo di Brian in età adulta. Andiamo scoprendo così i turbamenti interiori del musicista, vittima di un padre-padrone violento (primo manager della band) prima, e di uno psichiatra (Paul Giamatti) manipolatore e dominatore dopo.

Dietro la musica apparentemente semplice, allegra e spensierata di quelle canzoni per surfisti che però i veri surfisti non ascoltavano, si celano quindi un animo turbato e un percorso personale e creativo tormentato: le voci che lo ossessionano dall’infanzia, la scoperta delle droghe e l’alienazione, lo sforzo disperato di dare vita alla musica nella sua mente e di esprimere la propria tempesta interiore, l’ambizioso progetto solista SMiLE, fino all’incontro, in età matura, con Melinda, la donna capace di salvarlo dall’abisso e che diventerà sua moglie.

Lo spettatore segue Brian durante la sua maturazione artistica: lasciandosi alle spalle composizioni dalle sonorità semplici, con l’utilizzo di strumenti insoliti arriva a realizzare brani musicalmente complessi, dai testi evocativi e malinconici. Il risultato di questa sperimentazione musicale è appunto Pet Sounds, il vero grande capolavoro nato dalla mente brillante di Brian, accolto con entusiasmo dalla critica e amato dai Beatles (soprattutto da McCartney) e senza il quale Sgt. Pepper’s non sarebbe potuto esistere. Il rapporto con i Beatles fu sempre critico e gli effetti della British Invasion furono devastanti. Vediamo come Brian abbia interpretato la complessità di Rubber Soul, uscito nel 1963, come una vera e propria sfida, che lo spinse a una ricerca ossessiva della perfezione, instaurando così un atteggiamento di competizione nei confronti dei Beatles, molto più problematico e doloroso di quanto il regista lasci intendere.

Il risultato comunque convince ed emoziona, forse anche grazie alla supervisione di Brian (tra i produttori), che ha seguito la realizzazione del film, elogiandone infine l’accuratezza e la veridicità. In questa biografia musicale siamo completamente immersi nei suoni – reali e immaginari – che provengono dalla mente di Brian. La potenza sonora del film è tale che, dopo aver tamburellato le dita sul bracciolo della poltrona per due ore di fila, uscirete dalla sala canticchiando God Only Knows. Provare per credere.

Grazie


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