Teatro dei Gordi

La morte dei Gordi

Le maschere milanesi rendono omaggio a Szymborska per Le Vie dei Festival

Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.

(Wisława Szymborska, Sulla morte senza esagerare)

Lungo Le Vie dei Festival, giunto alla sua XXIV edizione, incontriamo Il Teatro dei Gordi, compagnia nata nel 2010 da un nutrito gruppo di giovani diplomati all’Accademia Paolo Grassi di Milano. Lo spettacolo è Sulla morte senza esagerare, che prende a prestito il titolo di una poesia della poetessa polacca Wisława Szymborska.

Sulla scena, protagonista indiscussa è la Morte, la cui immagine appare fin da subito lontana dai cliché a cui l’iconografia classica ci ha abituati. Maldestra e in abiti ordinari, con tanto di cardigan sgualcito, attende su una panchina i personaggi che si presenteranno al suo cospetto annunciati dalla luce intermittente di un lampione.

Ironica e silenziosa, la Morte qui non fa rumore. Antitetica all’immagine della Morte vestita col nero mantello e armata di falce, scaltra e a cui niente sfugge, de Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, perde la sua peculiare connotazione e suscita nello spettatore persino simpatia.

Il teatro di figura dei Gordi fa a meno della parola ma non della ricchezza del linguaggio, di cui si fanno portavoce i gesti, le lacrime (poetico nutrimento per un piccolo cactus) e ogni singola storia che popola la scena, con il suo carico di umanità e speranza. Un suicida recidivo, un giovane, vittima di un incidente stradale, una prostituta, una coppia di anziani, un soldato e una donna che sta per dare alla luce un bambino. E poi un angelo ispettore, che sostituirà la Morte con un’altra, privandola quasi di quell’onnipotenza che le viene conferita. Perché:

Chi ne afferma l’onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell’attimo.

Teatro dei Gordi

Anche le parole di Sandro Pivotti, in scena insieme a Giovanni Longhin, Andrea Panigatti e Matteo Vitanza, ci restituiscono in qualche modo, il senso della messinscena:

Per quanto la morte si sforzi e per quanto gli uomini si sforzino di aiutarla nel suo mestiere, c’è sempre qualcosa che rimane in vita e che le sfugge.

Si può dunque parlare della morte, anche senza prendersi troppo sul serio, senza esagerare appunto; con intelligenza e delicatezza, in maniera ironica e scevra di sovrastrutture filosofiche, o archetipiche, che accompagnano sovente tali argomentazioni. Si può persino raccontare la morte parlando di poesia, dando vita a questo originale dialogo tra i versi di una poetessa e le storie, splendidamente umane, dei personaggi che si susseguono sulla scena, come un montaggio di quadri suggestivi capaci di tradurre il non-detto in immagini.

Teatro dei Gordi

Il tutto è impreziosito dalle maschere di cartapesta di Ilaria Ariemme, elemento scenico preponderante e drammaturgicamente funzionale, che gli attori invitano gli spettatori a toccare, alla fine dello spettacolo, e che rimandano a quel senso di concretezza, di terrena bellezza degli esseri umani. Quelle stesse maschere che la Morte sottrae al corpo senza vita, svelandone il volto, unico e irripetibile, come la sua storia.

Ascolto consigliato

Teatro Vascello, Roma – 30 settembre 2017

SULLA MORTE SENZA ESAGERARE

ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme
disegno luci Giuliano Bottacin
cura del suono Luca De Marinis
organizzazione Camilla Galloni, Monica Giacchetto
foto di Laila Pozzo
co-produzione Teatro dei Gordi e TIEFFE Teatro Milano
con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo – Progetto Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo – Armunia – Campo Teatrale di Milano – Centro Artistico Il Grattacielo – Centro Teatrale MaMiMò- Mo-wan teatro – Sementerie Artistiche – Concentrica 2016

Grazie


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