©Michelangelo Pistoletto La Venere di Stracci

L’emersione del rimosso

A Teatri di Vetro 'La bellezza ti stupirà' di Enzo Cosimi

Avete presente Lavoisier, il principio di conservazione della massa? Ecco se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, è altresì vero che nella società dei consumi tutto ciò che produciamo, e che poi gettiamo via, da qualche parte pur va a finire. Soprattutto il nostro esasperato edonismo. Difatti la psicanalisi ha sviluppato tale concetto postulando che tutto ciò che è desiderio si trasforma presto o tardi in paura tornando poi a perseguitarci sotto forma di incubo.

Ora, se questo ragionamento vi sembra particolarmente astratto, vi basterà recarvi a una qualunque stazione ferroviaria dopo il tramonto per trovare la dimostrazione concreta di tale teoria racchiusa in sgualcite scatole di cartone. E che i senzatetto siano una presenza imbarazzante per la buona società dei consumi lo si può dedurre già dall’ipocrisia lessicale di sinonimi stranieri o perifrasi politicamente corrette con cui ci si scarta per far loro riferimento: clochard, homeless, senza-fissa-dimora, classi inabbienti, soggetti deboli. In realta c’è una parola ben più precisa, schiettamente onesta, dura per la coscienza: reietti. I rigettati. I rifiutati. Perché essi rappresentano il grande rimosso del nostro affettato perbenismo, sono il frutto indesiderato ma inevitabile della nostra stessa avidità.

È proprio nel segno di questo rigurgito doloroso della coscienza che bisogna accogliere La bellezza ti stupirà. In occasione del festival Teatri di Vetro, Enzo Cosimi infatti non propone una coreografia metaforico-estetizzata sul tema della marginalità, ma allestisce piuttosto un’esposizione. Esporre proprio nel senso di manifestare all’esterno (non certo di mettere in “bella mostra”).

La creazione assume così lo spirito di un allestimento vivente. Due larghe strisce bianche si incrociano a terra come una “T” rovesciata, al centro un cumulo di giacche e soprabiti che richiama gli stracci di Pistoletto: stavolta però al posto di una Venere di spalle troviamo sullo sfondo – a guardarci – la videoproiezione di senzatetto nella loro vacante quotidianità. Giungono così dai lati uomini e donne (Fondazione Progetto Arca), raccolgono un soprabito dal mucchio e si espongono allo sguardo del pubblico delle Carrozzerie n.o.t (diviso in due blocchi, gli uni di fronte agli altri) come in una sfilata di moda ribaltata.

Foto ©Enea Tomei

“La” luce di Staropoli, in lontananza, attira come una speranza impossibile dalla fine di quel tunnel che non finisce mai. Uno dopo l’altro, nel più completo silenzio, i senzatetto si rivelano allora a quel mondo che quotidianamente li rigetta: ognuno con la sua storia forzatamente taciuta che trova cosí la sua espressione – ferita – in uno sguardo carico di delusioni, nelle dita tozze di gelo, in un angolo della bocca crepato, nel passo claudicante o nei solchi di rughe troppo precoci.

Foto ©Enea Tomei

Sospensione. La musica riempie il silenzio attonito del pubblico. L’impatto emotivo – muto – è sconcertante. Si fatica a sostenere lo sguardo, c’è un profondo senso di colpa che strozza le lacrime e riversa la compassione sullo spettatore stesso: è la responsabilità dimenticata che viene a bussare alla coscienza per ricordare che la povertà altrui è innanzitutto il prodotto primo dei nostri comfort.

Foto ©Enea Tomei

Cosimi non edulcora, non artefa, non patetizza; con essenzialità lascia che sia l’evidenza a parlare. Perché non c’è bisogno di tragedie per renderci conto che tutti abbiamo una parte nel quotidiano tacito inavvertito gioco al massacro sociale.
Tutto torna, tutto torna sempre.
Ma La bellezza ti stupirà ci insegna che non è poi così impossibile dopotutto trasformare un circolo vizioso in circolo virtuoso.

Letture consigliate:
• Iniziazione alla fine. Il Post-Human sciamanico di Cosimi in ‘Sopra di me il diluvio’, di Giulio Sonno

Ascolto consigliato

Carrozzerie n.o.t, Roma – 10 novembre 2015

In apertura: ©Michelangelo Pistoletto La venere di stracci

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