Foto di scena ©Eugenio Spagnol

La sospensione della meraviglia

«Dai 3 ai 93» le marionette di Podrecca al Teatro di Roma

Con la malinconia involontaria che accompagna la fine del periodo natalizio, capita di ritrovarsi bisognosi di una storia, di qualcosa che sfiorandoci appena, riesca a scalfire l’indisposizione alla meraviglia e al rallentamento che, giorno per giorno, infliggiamo a noi stessi.

A teatro, al cinema o in una sala da concerto è più facile che questa sospensione della realtà intervenga a truccare le carte delle emozioni: Vittorio Podrecca si appassionò a questa possibilità e inventò un linguaggio, un gioco di prestigio teatrale che potesse soddisfare l’universale bisogno di meraviglia che accompagna la vita di ogni uomo “dai 3 ai 93”.

Il Teatro di Roma rende omaggio al papà delle marionette che, dal Friuli alle Americhe, riuscì ad esportare e rendere universale il linguaggio delle emozioni appese a un filo: la scena del Teatro Argentina si lascia invadere dalla struttura a ponte degli artigiani delle “teste di legno”, mentre il ricordo di Podrecca si divide tra le testimonianze in video di Fausta Braga e la voce narrante di Barbara della Polla. Dalla leggenda sulle origini della famiglia Podrecca – con il capostipite che si dice essere stato nientemeno che l’abominevole “uomo orso” di una carovana di nomadi slavi del ‘600 – si passa alla storia di una passione fortissima per il teatro e per la musica di un giovanissimo avvocato di 22 anni, che si trasferisce a Roma dove, nel 1914, fonda la compagnia di marionette I Piccoli destinata di lì a poco ad affermarsi nel mondo intero, nonostante due guerre mondiali e l’avvento del cinema sonoro.

Foto di scena ©Eugenio Spagnol

Così, mentre la storia del pioniere di Cividale del Friuli ci trasporta in un epoca in cui la meraviglia era forse più suscettibile agli stimoli, sul palco quella magia torna a compiersi: quando Barbara della Polla, Ennio Guerrato, Carlo Furlan, Lorenza Muran e Tiziana de Guarrini restituiscono l’anima (come amava dire Podrecca) al soprano Sinforosa Strangolini e al pianista Piccolowsky, in sala si coglie un entusiasmo rumoroso d’altri tempi che coinvolge proprio tutti “dai 3 ai 93”.

Foto di scena ©Eugenio Spagnol

Podrecca fu un caparbio uomo di teatro, apprezzato trasversalmente da Chaplin a Silvio d’Amico; la vitalità della sua compagnia riuscì ad attirare l’attenzione di artisti e musicisti che, come accadde con Enrico Prampolini per i bozzetti e Ottorino Respighi per le composizioni, per cinquant’anni si ritrovarono a mettere il loro talento al sevizio di qualche pupazzo di stoffa e legno.

Lo spettacolo è un sapiente missaggio di racconto e “teste di legno”, forse più ammiccante verso genitori e nonni che verso i bambini. Eppure, complice forse la malinconia post-natalizia, tutti sembrano riuscire a rallentare, a non bruciare emozioni in preda al solito consumismo compulsivo di immagini: ogni singolo movimento di una marionetta, in fondo, è il palpito dell’anima che la muove.

Ascolto consigliato

Teatro Argentina, Roma – 5 gennaio 2016

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