Foto di scena ©Giorgio Sacher

Le debolezze smascherate e la ricerca della stabilità

Equilibrio Dinamico al Saltimbanco

La danza come espressione della condizione umana, colta nell’atto di opposizione a quella crisi interiore necessaria per la risalita dal baratro. Un flusso incessante di suggestioni ricevute dai corpi, dai gesti, dalle smorfie e dai respiri, sempre impregnati di significa(n)ti, atti a scandire i momenti di paura, sconforto e incertezza; imprescindibili rappresentanti di quel punto di svolta da affrontare per la piena riconciliazione con la propria mente e col proprio animo.

È questo il perno attorno al quale ruotano le tre performance – Walking and Talking, N U N C e Kick Start – della giovane compagnia pugliese Equilibrio Dinamico diretta da Roberta Ferrara.

Ma andiamo con ordine. La serata è aperta da Walking and Talking (coreografia di Jiří Pokorný), un “monodialogo” che analizza il percorso interiore di un uomo alle prese con i suoi temuti silenzi, i ricordi e la sua follia. Due corpi si sfiorano, convivono e si allontano per lasciar spazio alla pura riflessione. L’uomo rimane seduto, in disparte, rivolto verso il pubblico, mentre dietro di lui prende forma il delirio della sua mente, incarnato dai movimenti isterici delle danzatrici. Un sogno, o meglio, un incubo senza apparente via d’uscita contro il quale tutti – in diversa misura – siamo costretti a scontrarci.

In N U N C (coreografia di Gaetano Montecasino), invece, ci troviamo di fronte a movimenti corporei in costante evoluzione. La musica robotica, attraversata da delicati intermezzi di piano, è il tappeto sonoro che alimenta ora scatti nevrotici ora movenze docili: danzatori come ingranaggi di una mente che si smarrisce continuamente nei suoi stessi meandri mentre ricerca ossessivamente il controllo del proprio Io. Tratta dal testo di Eckhart Tolle Il potere di adesso, la performance si propone di rintracciare un percorso per focalizzarsi sul presente, abbandonando finalmente quell’immobilità dell’anima frutto delle contraddizioni tra i propri impulsi.

L’atto conclusivo è Kick Start (coreografia di Roberta Ferrara), che elabora una lotta contro la forza di gravità fondata sul concetto di “caduta e recupero” tanto caro a Doris Humphrey. Una ricerca sul movimento che ha come risultato il raggiungimento dell’equilibrio ottenuto grazie alla tensione muscolare e alla distribuzione del peso nel corpo del danzatore. La paura di lasciarsi sopraffare dai suoi sentimenti più profondi costringe sempre l’uomo a cercare di combatterli; ecco allora che quell’agognata stabilità interiore prende vita con una facilità di esecuzione corporea solo apparente, perché sottende un estenuante lavoro, palesato dal fiatone finale dei protagonisti che rimbomba in platea.

Tre esibizioni diverse ma che in realtà si completano, diventando un unico discorso omogeneo in cui il corpo – unico grande protagonista “fisico” in scena – dialoga con le emozioni insite in ognuno di noi, restituite nude e crude in tutta la loro atroce e stimolante realtà.

Ascolto consigliato

Teatro “Il Saltimbanco”, Santeramo (BA) – 13 marzo 2016

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