Caryl Churchill

Non normale, non rassicurante. Progetto Caryl Churchill

Drammaturgia contemporanea all'Angelo Mai con Lacasadargilla e Bluemotion

In medias res, progetto a cura dell’Angelo Mai che si propone di indagare i linguaggi del contemporaneo, dedica il suo penultimo appuntamento a Caryl Churchill, una delle più importanti voci del teatro inglese contemporaneo, sfortunatamente poco conosciuta in Italia.

Il suo è un teatro che pone sempre nuove sfide sia dal punto di vista delle forme che dei contenuti, un teatro che tende all’assurdo, all’anti-naturalismo, alla frammentazione, e che per certi versi è stato paragonato al teatro epico di Brecht per la denuncia politica e sociale. All’impegno, tuttavia, Churchill aggiunge una profonda sperimentazione delle formule teatrali, facendo della manipolazione del linguaggio il suo tratto fondamentale. Ed è proprio tale aspetto che emerge con più forza in L’amore del cuore e Caffettiera blu, i due atti unici che formano Cuore Blu, mise en éspace a cura di, rispettivamente, Lacasadargilla e Bluemotion. Non spettacoli veri e propri, occasioni di studio, momenti di riflessione che costituiscono una prima tappa – che vedrà ulteriori sviluppi futuri – verso l’esplorazione del teatro di Churchill.

Progetto Caryl Churchill

Questo dittico rappresenta dei «nulla», spiega Paola Bono – curatrice del progetto e studiosa della drammaturga inglese –, riprendendo l’espressione di Hitchcock nella famosa intervista a Truffaut, piccole storie che vogliono rappresentare la futilità dell’esistenza e la disgregazione dell’identità. Sono due atti autonomi che hanno per tema comune la famiglia e l’alienazione dal reale, che si esprime nella deformazione del linguaggio.

Ne L’amore del cuore una famiglia attende il ritorno di Susy dall’Australia, ma la storia è continuamente interrotta e ricomincia da capo con varianti sempre diverse. Churchill si cala dentro ai meccanismi della macchina teatrale e li manipola a suo piacimento, creando un gioco metateatrale che giunge all’esasperazione. Attraverso una messa in scena essenziale e accattivante, Lacasadargilla trasporta il pubblico nelle infinite possibilità di interpretazione di un testo e nelle altrettante infinite sfumature della parola, che viene scomposta, frammentata, reiterata.

Foto di scena ©Tiziana Tomasulo

In Caffettiera blu il protagonista è Derek, un truffatore che vuole convincere donne di mezza età di essere il loro figlio adottivo. I personaggi però sono presi da uno strano “virus” verbale: la lingua si si disfa, le frasi sensate si disintegrano e alcune parole vengono sostituite da «caffettiera» e «blu». La compagnia Bluemotion – in uno studio ancora più embrionale rispetto al precedente – mostra attraverso la lettura di alcune scene gli effetti stranianti e surreali di questo linguaggio «danneggiato» nonché quelli più comici. In entrambi i testi, la disgregazione di questo linguaggio sempre più frammentato e surreale corrisponde anche alla frantumazione delle personalità dei personaggi e delle loro dinamiche relazionali.

Foto di scena ©Tiziana Tomasulo

Nonostante il recente interesse nei confronti della drammaturgia inglese contemporanea, Caryl Churchill fatica ancora, purtroppo, a trovare il suo posto nel teatro italiano. Se non sono chiare le ragioni di questa emarginazione, sappiamo però perché dovrebbe essere rappresentata – obiettivo che l’Angelo Mai porta avanti con coraggio e passione –, perché è un teatro che alla sperimentazione formale affianca un’indagine sui problemi del nostro contemporaneo, che sono trasfigurati in una dimensione che va al di là della Storia, rendendo il suo teatro sempre attuale e in grado di porre domande sul nostro presente.

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