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Nessuna scala da salire – Bugo

Si scrive Cristian Bugatti, si pronuncia Bugo.
Dietro il nomignolo adolescenziale grinta, dietro il fascino sfuggente personalità. Autore del demo “Pane pene pan” (1996) e di 7 album “La prima gratta” (2000), “Sentimento Westernato”
(2001), “Dal lofai al cisei” (2002), “Golia & Melchiorre” (2004), “Sguardo contemporaneo” (2006), “Contatti” (2008), “Nuovi rimedi per la miopia” (2011), partecipa ai film “Pedra Mendalza” e “Missione di pace” e vanta una ricca attività live. E se la vita è fatta a scale, Nessuna scala da salire c'è per lui o così dice il titolo dell'ultimo album, uscito il 22 aprile 2016 per la Carosello Records.

Dodici tracce dallo stile stravagante, elettronica anni ’80’, rock, beat e il mix giusto di tempo e studio, per lasciare qualcosa che resista al “qui e ora”. Così, tra synth, percussioni e tonalità in prevalenza strumentali, “Radio Bugo” dà avvio alle altre canzoni e urla il messaggio dell'intero disco “rifiuto la tua realtà e la sostituisco con la mia”. Sulla stessa ritmica, Deserto riflette sulla ricerca della libertà, che porta a perdersi in deserti senza direzione, e invita ad andare avanti con tutte le sfide. Vado ma non so insegna che la vita è una strada dalla segnaletica sconosciuta, ma bisogna agire e tuffarsi nell'imprevedibilità; mentre in Me la godo la liberazione esplode tra flauto ed archi e, se il mondo va a rotoli e soffoca nelle preoccupazioni, occorre “spiccare il volo”.

In Arrivano i nostri irrompe “l'esercito del cambiamento” che non china la testa e vuole cambiare le cose e in Cosa ne pensi Sergio l'artista scopre da un indefinito Sergio che nulla è cambiato e chiede consigli per far passare “questo momento”. L'intimità anima Nei tuoi sogni, in cui “l'importante è lasciarsi andare” è il motto dell'amore a distanza, e Sei la donna in cui la quotidianità fa scoprire la bellezza della donna amata, da guardare in silenzio e tenere quasi lontana. Gli strumenti dominano “Ehi! (Back to Rock)”, sette minuti di musica per la musica, e Nascita di un pianeta in cui l’atmosfera psichedelica guida alla fine del disco.

Echi di Vasco Rossi ed estrosità divertono in Tu sconosciuta, che fotografa il via vai di una donna bella, impossibile da non notare e da dimenticare, e i vani tentativi di un uomo di conoscerla. Infine Tempi acidi strizza l'occhio a Jannacci e Gaber, in un elenco di notizie folli, ma reali perché sono “tempi acidi, tempi pallidi, tempi strani, tempi umani”.
Sintonizzatevi su Radio Bugo, fate buon ascolto.

Grazie


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