Lucia Calamaro e il disturbo del ricordo
Nerval Teatro porta in scena «Ma perché non dici mai niente?»
Mary è sola in scena e non sa più quale sia il confine fra il suo corpo e lo spazio circostante. La sua è una “vita ferma” in cui niente sembra più cambiare. Quasi come un personaggio di Beckett, Mary è un’entità mentale spogliata di qualsiasi presente, e se il presente non c’è, ecco che la parola va alla memoria, a un marito atteso che non torna dalla guerra da tanti anni, a frammenti di vita quotidiana, a slittamenti del pensiero che scivolano nell’abisso della coscienza.
E se niente fosse vero? Se invece ci trovassimo in una camera d’ospedale ascoltando il delirio di una donna colpita da qualche disturbo neurologico?
In questo confine fra la realtà e la sua proiezione immaginaria, fra ricordo e presente, fra la concretezza della parola capace di generare mondi – attendibili o ingannevoli, ma non per questo meno veritieri – e la sua intrinseca ambiguità, s’insinua la scrittura di Lucia Calamaro in Ma perché non dici mai niente? (2016), monologo in cui la drammaturga e regista romana – che per la prima volta non cura la regia di un suo testo – esplora già i temi che si svilupperanno in opere più ampie come La vita ferma e L’Origine del mondo come il dolore della perdita, il trauma, l’attesa, il disagio mentale (aspetto quest’ultimo che la compagnia toscana Nerval Teatro fondata da Maurizio Lupinelli e Elisa Pol indaga fin dagli esordi della propria attività di ricerca e di laboratorio), sempre rivolgendosi alla parola per tracciare una geografia dell’interiorità altrimenti invisibile, che ha bisogno necessariamente del corpo dell’attore per manifestarsi appieno.
Al Teatro Biblioteca Quarticciolo si susseguono così i pensieri aleatori di una donna sola in un ambiente borghese limitato all’essenziale, ed è il suo sforzo a comunicare nonostante tutto il suo aspetto più toccante, nella consapevolezza che ormai le parole sono l’unico strumento di autoaffermazione in una realtà prosciugata da qualsiasi parvenza di umanità.
![Edward Hopper Morning Sun (1952). ©Columbus Museum of Art, Ohio](http://www.paperstreet.it/wp-content/uploads/2018/01/HOPPER_1952_Morning_Sun_smll_compressed.jpg)
Edward Hopper Morning Sun (1952). ©Columbus Museum of Art, Ohio
A dare verità ad ogni incrinatura della voce o risata inaspettata, ad ogni gesto, riflessione, sensazione o epifania improvvisa di Mary è Elisa Pol, interprete impeccabile avvolta in una vestaglia color malva (costumi Sofia Vannini), dal carattere austero e bigotto che pur non riesce a celare una sensualità aggraziata e repressa. In bilico fra la follia e la sanità mentale, Mary cerca un appiglio sicuro nella sua mente affastellata di ricordi appellandosi ripetutamente a Henry, marito scomparso o emblema di un cambiamento agognato che non arriva mai, ma in realtà dialoga con sé stessa, si confessa, lasciando schiudere un passato forse un tempo luminoso, forse mai esistito.
![ReAct_nerval_ma perchè non dici mai niente1-2](http://www.paperstreet.it/wp-content/uploads/2018/01/ReAct_nerval_ma-perchè-non-dici-mai-niente1-2.jpg)
Foto di scena @Angelo Maggio
Attraverso una scrittura “freudiana” che lascia riaffiorare a intermittenza un trauma rimosso, Calamaro dà vita a un personaggio fra la logorrea esistenziale dei personaggi di Thomas Bernhard e la solitudine di Beckett, ma con guizzi di ironia che gli conferiscono un’umanità sofferta e sfaccettata. Un personaggio che assume piena concretezza e inquietudine grazie alla regia attenta e sensibile alla minima sfumatura del testo di Maurizio Lupinelli e a un disegno luci essenziale che passa dalle atmosfere asettiche del bianco a quelle più drammatiche dai toni caldi, in continuo dialogo con la drammaturgia.
Ma perché non dici mai niente? è un dialogo fra una donna e i suoi fantasmi, un tentativo di esprimere il disagio della solitudine quando diventa patologica—e quindi incomunicabile al mondo esterno.
Teatro Biblioteca Quarticciolo, Roma – 12 gennaio 2018
MA PERCHÉ NON DICI MAI NIENTE?
Monologo
di Lucia Calamaro
con Elisa Pol
costumi Sofia Vannini
foto Ilaria Scarpa
regia Maurizio Lupinelli
produzione Nerval Teatro
coproduzione Armunia – Festival Inequilibrio
con il sostegno di Regione Toscana – Settore Spettacolo
in collaborazione con Santarcangelo Festival, Spazio Zut!, Il Moderno, Akt-Zent internationales Theaterzentrum