Grafica ©Teatro Sotterraneo

Il giro del mondo in 80 giorni – Teatro Sotterraneo

Prima puntata

Si entra da dietro nella storica Villa di Scornio di Pistoia – per i Pistoiesi il «Villone» – e più precisamente dall’ingresso affrescato che si apre sulla suggestiva Sala delle Carrozze dove andrà in scena Il giro del mondo in 80 giorni. Vestiti proprio come due damerini dell’Ottocento ma con un’eloquenza da moderni mezzibusti televisivi, Sara Bonaventura e Claudio Cirri di Teatro Sotterraneo ci danno le coordinate di questo «reading a puntate per due attori, musicisti vari e qualche colpo di scena». Questa è la puntata numero uno – Da Londra a Bombay – di un progetto seriale che ne prevede quattro (di venti minuti ciascuna) per un ideale “Giro di Pistoia in 80 minuti”.

La scommessa di Phileas Fogg di riuscire a circumnavigare il mondo accompagnato dal suo servitore Passepartout è riassunta su piccole cartoline, come quelle usate dai presentatori durante i telequiz. La sensazione è quella di essere immersi nella plancia ottocentesca di un odierno format preserale che governa la nostra conoscenza dei fatti; la notizia di cronaca del Daily Telegraph per cui grazie all’apertura di una nuova linea ferroviaria in India è possibile fare il giro del mondo più velocemente innescherà infatti un gioco di (alta) società da cui i più sono esclusi.

L’unica differenza, forse, è che oggigiorno le cartoline con i quesiti sono state sostituite da schermi ultrapiatti: eppure qui – vien da pensare – siamo ancora nell’Ottocento! D’altronde lo scarto, il non-confine tra realtà e finzione, tra passato e presente, è un terreno che continua ad essere perlustrato, nonché talvolta forzatamente deviato, dalla Compagnia, e che stavolta trova materializzazione in una grande Mappa del Mondo.

Foto  di scena ©Gabriele Acerboni

Il gioco ha inizio: venti minuti per andare da Londra a Brindisi, da Brindisi a Suez, da Suez a Bombay; Mr. Fogg non ha paura di partire subito perché è un uomo sempre pronto, sebbene la sua flemma inglese lo incastoni dentro una regolarità da orologio a pendolo disarmante. Ma il Tempo ora si è ridotto e la Terra ristretta grazie a una Grande Opera, così il tavolo da gioco di questo Risiko – in peace-keeping, diremmo oggi – ci narra le dis&avventure e le peripezie di un corto circuito entrato in loop tra un Ritorno al Futuro very british e un “Presente andato” too cool.

Foto  di scena ©Gabriele Acerboni

Come in un Monopoli in 3D si attaccano le facce palesemente irriconoscibili dei protagonisti lungo la prima tratta sulla cartina mentre noi siamo estratti dal nostro incognito – alla parola solitamente «imprevisti» – e chiamati a fare la nostra parte: quanto impiegheremmo ora da Londra a Suez? Qual è il piatto tipico mangiato in India da Passepartout e Mr. Fogg?

Foto  di scena ©Gabriele Acerboni

Tutto diventa espediente – con il rischio anche di diventare formula – per mostrare quanto anche uno dei più famosi racconti di genere può (de)generare restando fedele a se stesso e caricando un immaginario fino ai confini della realtà.

Emma Longo al flauto e Sofia Morano al violino della Scuola di Musica e Danza Mabellini – una delle quattro realtà musicali pistoiesi che collaboreranno a questo progetto – diventano anche le lettrici di alcune regole del gioco, incantatrici di serpenti in una India stereotipata o ancora coloro che usciranno per ultime di scena.

Foto  di scena ©Gabriele Acerboni

Già perché Claudio Cirri e Sara Bonaventura verranno prelevati non dalla DeLorean di «Doc» ma da un auto marrone – azzardiamo anni ’70 – che entrerà nella Sala delle Carrozze e ne uscirà in retromarcia fino a scomparire nel piazzale antistante: del resto non siamo in America ma in un Regno Britannico colonizzatore che non conosce nemmeno se stesso. E noi, invece, in che paese viviamo?

Ascolto consigliato

Villa di Scornio di Pistoia, Pistoia – 9 luglio 2015

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