Akira Kurosawa
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Soprannominato l’Imperatore e considerato uno dei registi più influenti di tutta la storia del cinema, Akira Kurosawa è stato autore di opere spesso ciniche e amare ma allo stesso tempo connotate da un umanesimo di fondo dai contorni universali, in grado di essere apprezzate tanto in Giappone, suo paese natale, quanto in Occidente. L’attività di Kurosawa attraversa tutta la seconda metà del Novecento e gode di particolare fortuna negli anni Cinquanta, decennio al quale risalgono alcuni dei suoi massimi capolavori: Rashomon (1950), Vivere (1952), I sette samurai (1954) considerato non a torto una delle pietre miliari della storia del cinema e Il trono di sangue (1957), adattamento del Macbeth di Shakespeare alla tradizione giapponese.
Negli anni Sessanta realizza altri film importanti come La sfida del samurai (1961), da cui Sergio Leone si ispirerà per girare nel 1964 Per un pugno di dollari, e Barbarossa (1965) a cui segue un periodo di forte depressione, che spinge il regista a tentare persino il suicidio. Successivamente torna dietro la macchina da presa con Dersu Uzala – Il piccolo uomo delle grandi pianure (1975), Kagemusha (1980), fino a un altro capolavoro indiscusso quale Ran (1985), ispirato stavolta al Re Lear di Shakespeare. Akira Kurosawa si spegne nel 1998, al termine di una carriera artistica ricca di capolavori, onorificenze e plausi.