Autunno Inverno – Virgilio Sieni Butterfly Corner

Autunno/Primavera – Virgilio Sieni

Quattro giovanissime danzatrici – Bettina Bernardi, Noemi Biancotti, Virginia Cervelli Montel e Linda Pierucci – entrano sul retro del palcoscenico del Teatro Manzoni di Pistoia dove già è seduto un pubblico abituato solitamente alla platea. Perché cominciare a raccontare Autunno/Primavera del Gruppo Butterfly Corner da quella che sembra una nota di sala? Perché quando calano le luci su questo nitido tableau dansant e i suoni di Michele Rabbia tornano a coincidere con il silenzio da cui tutto era iniziato, l’esser spettatori dietro le quinte ha il sapore di un antico rito che, come una sottotraccia musicale, ha retto le fila pas à pas.

Nel limine tra un al di là e un al di qua archetipico, la coreografia di Virgilio Sieni, danzatore tra i massimi protagonisti della scena internazionale e direttore della Biennale Danza, apre a una mise en abyme della vita e uno squarcio sulle sue possibilità, partendo da quelle mezze stagioni in cui tutto “sta per”: in procinto di esser mostrato nel risveglio primaverile, prossimo alla caducità sotto un velo autunnale. Il pubblico sente, guarda, osserva, ascolta nella sola posizione che gli è concessa, cornice allo spazio e al tempo (scenico).

Davanti a un quadro è impossibile dire cosa vada guardato prima e cosa dopo e la potenza del gruppo Butterfly Corner è proprio nel continuum che è capace di creare, tanto nel gesto asincronico tanto nelle geometrie rigorose e collettive che sembrano metamorfosare i corpi adolescenziali di questi “Cerbiatti nel nostro futuro”. Questo il progetto destinato ai danzatori tra i 10 e i 15 anni e ideato da Virgilio Sieni, all’interno dell’Accademia sull’arte del gesto con sede a Firenze, e che viene ospitato dalla seconda edizione di Infanzia e città, promosso dall’Associazione Teatrale Pistoiese.

Il modello rassicurante, finanche abusato della narrazione circolare, è capace di tornare ad essere generatore di originalità in cui meraviglia e finitudine si compenetrano nell’apparente naturalezza del movimento, nel suo istinto. Lo stesso ritmo cumulativo e iterativo di questa (s)composta grammatica corporea si converte in matrice ispiratrice di segni sonori e gestuali nella sinergia tra le quattro danzatrici e le sonorità, tra antico e moderno, di Michele Rabbia. Il loro intrecciarsi è anche il loro stesso snodo che dischiude l’immaginazione verso corrispondenze, risonanze, in un contatto istantaneo profondo di echi e rifrangenze arcaiche.

Una partitura che si sfaccetta nel fluire increspato di un immaginario che diventa matrice di nuove forme. Così in questa cornice sospensiva in cui tutto era iniziato dalla pausa prima del movimento, le luci si spengono sul movimento stesso nel suo agire, teso tra aria e terra, in una evoluzione che non ci è data di vedere e che sembra un “dipinto u-mano”.

Teatro Manzoni, Pistoia – 18 ottobre 2014

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